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CAGLIARI. Sono oltre 100 mila le persone affette da diabete in Sardegna. L’incidenza rimane particolarmente alta soprattutto per il diabete di tipo 1 in età pediatrica, dove l’isola detiene il primato mondiale per casi tra bambini, insieme alla Finlandia.
Il dato è emerso questa mattina nella sede di Fondazione di Sardegna a Cagliari, in occasione della presentazione del progetto pilota “Sanità partecipata”, promossa dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems). L’iniziativa prevede la collaborazione delle associazioni dei pazienti e dei cittadini, impegnate nella sanità, per rafforzare i dialoghi con le amministrazioni, con un focus specifico sul diabete. “Considerando che l’isola ha circa un milione e 600mila abitanti questi sono numeri importanti. Quello che a noi, come associazione, preoccupa di più sono tutte le persone che hanno un diabete silente e in questo momento non lo hanno ancora intercettato”, spiega il presidente dell’associazione Diabete Zero Francesco Pili.
“le associazioni dei pazienti vengono ascoltate in maniera sistematica in modo tale che ci sia un dialogo e queste possono avere una continua interazione con gli uffici regionali e la parte politica perché la Regione sposa l’idea che la sanità deve essere partecipata”, fa sapere Teresa Pietrangolini, direttrice del Patient Advocacy Lab di Altems.
Tra gli altri dati preoccupanti ci sono le tempistiche di accesso alle tecnologie innovative, come farmaci e dispositivi: se nel resto d’Italia ci vogliono dai due ai tre mesi, in Sardegna si arriva ad attendere fino a 7 mesi. Per questo motivo, l’obiettivo del progetto è quello di facilitare l’accesso alle cure. “Una cosa che accomuna tutte queste associazioni è la difficoltà di accesso alle cure, come farmaci e servizi. Purtroppo, è una situazione difficile, in Sardegna e nel resto d’Italia, e questo contributo delle associazioni può dare una spinta per capire quali sono le priorità, cosa va fatto subito”, dice Pientrangolini.
Il progetto pilota, sostenuto dall’assessorato regionale alla Sanità, è previsto che parta per l’inizio del 2026. “Oggi noi lanciamo questo progetto affinché diventi una cosa anche sarda, in altre regioni già si sta facendo, come Lazio e Campania. Abbiamo già avuto assicurazioni dall’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi e ci siamo dati appuntamento a gennaio”, conclude Pietrangolini.












