CARBONIA. "Basta speculazioni, la signora E.I. presentava un quadro clinico minato dalla malattia cardiaca. Era cosciente del suo destino ultimo e ha affrontato con tenacia e coraggio la sua degenza al reparto Obi del pronto soccorso". A parlare, stavolta, non è nè l'ospedale nè la Regione, ma i familiari della donna morta al pronto soccorso del Sirai di Carbonia. A diramare la lettera scritta dal nipote della donna è la Asl del Sulcis Iglesiente che cerca di mettere il punto definitivo nella polemica.
La Asl dal canto suo scrive: "Negli ultimi giorni si è molto parlato, su parte della stampa e sui social, del decesso avvenuto presso il pronto soccorso dell’ospedale Sirai di Carbonia. Purtroppo, a questa tragedia si sono accompagnate ricostruzioni non corrispondenti alla realtà e commenti offensivi verso i medici e gli infermieri coinvolti". Dalla Asl fanno spere che il personale sanitarioo sarebbe stato raggiunto da "messaggi di odio e accuse ingiuste rivolte". Messaggi per cui dalla Asl si dicono profondamente indignati.
Ed ecco la lettera completa, scritta dai familiari della donna deceduta e riproposta dalla Asl
"In merito a quanto recentemente apparso a mezzo stampa e su alcuni social network, i familiari della defunta signora E.I. ritengono doveroso formulare alcune precisazioni, soprattutto a tutela della onorabilità della signora E.I. e di tutti i suoi congiunti che ancora ne piangono la dipartita.
La signora E.l., arrivata il 22 ottobre presso il Pronto Soccorso del P.O. "Sirai" a seguito di caduta accidentale presso la di lei abitazione e deceduta presso il medesimo nosocomio in ragione di severe complicanze cardiache, in data 2 novembre, al momento del suo ingresso in ospedale presentava un quadro clinico fortemente minato da anni di severa malattia, solo da ultimo compromesso ulteriormente dalla frattura al femore conseguente alla caduta.
La signora - persona integra, cosciente e consapevole del suo destino ultimo - seppure gravemente sofferente, ha affrontato con tenacia e coraggio il periodo di degenza presso il reparto OBI del Pronto Soccorso ospedaliero.
In questo periodo di degenza, ella è stata costantemente monitorata e assistita dal personale ospedaliero, il quale si è sempre rapportato con i familiari della paziente, dapprima informando loro sul protocollo sanitario adottato e poi tempestivamente avvisandoli circa il peggioramento delle condizioni di salute, già fortemente compromesse all'arrivo in ospedale, della loro congiunta.
Al netto di queste precisazioni, onde porre fine a qualsivoglia illazione e speculazione, i familiari della signora E.I., chiedono riservatezza e rispetto del lutto che li ha colpiti e non certo clamore mediatico".













