In Sardegna

Gli architetti sardi: "Burocrazia e vecchi metodi, a rischio i milioni del Pnrr"

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CAGLIARI. "Il rischio di dover restituire i fondi messi a disposizione dalla comunità europea per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o di spenderli malamente, è tanto reale quanto inaccettabile".

Con questa affermazione Teresa De Montis, presidente della Federazione che riunisce tutti gli Ordini provinciali degli Architetti PPC della Sardegna, lancia l'allarme alle istituzioni "consapevoli anch'esse delle oggettive difficoltà che il personale interno agli Enti locali sia in grado di portare a termine una progettazione complessa in tempi strettissimi che deve partire da una premessa fondamentale: questa è un'occasione unica per rilanciare la qualità degli interventi nel nostro Paes"».

Il riferimento di De Montis va alle recenti dichiarazioni dei ministri Franco e Brunetta che di fronte alla scarsa partecipazione di professionisti esperti ai bandi pubblicati dai rispettivi dicasteri, sono impegnati a trovare soluzioni affinché lavorare per gli Enti pubblici diventi “sexy, appetibile”.

 

"Siamo in ritardo, ma non tutto è perduto. È evidente - prosegue la presidente- che nessun professionista con esperienza consolidata ha interesse a partecipare a queste selezioni.  Lo avevamo già detto e le conseguenze sono ora sotto gli occhi di tutti: giustamente a essere assunti saranno fondamentalmente i neolaureati o i tecnici con scarsa esperienza, ma certo non saranno equipaggiati in modo adeguato per affrontare una sfida così delicata e importante. Vorremmo essere coinvolti perché le nostre competenze e le nostre riflessioni sullo sviluppo del territorio, maturate in anni di attività sul campo potrebbero essere determinanti  in questa fase".

Il rischio di perdere i finanziamenti è messo in evidenza anche dalla recente prima Relazione Istruttoria del Dipartimento per la coesione sociale sul rispetto del vincolo di destinazione al Sud di almeno il 40% delle risorse del Pnrr che fa riferimento a una parte dei progetti, al momento finanziabili solo sulla carta. Per la Sardegna si parla di circa 1,3 miliardi di euro per progetti da far partire entro il 2022 e che necessariamente dovranno essere portati a termine entro il 2026.

Per De Montis c'è proprio una difficoltà a comprendere quale sia la strategia del Governo: "Da una parte, e giustamente, si punta a realizzare progetti di grande qualità. Dall'altra però si taglia fuori chi questa qualità la può garantire. È necessario un cambio di marcia con nuovi approcci metodologici, ma si ripropongono i medesimi processi di sempre. Nel discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha richiamato tutte le istituzioni ad operare abbandonando i vecchi canoni politici ed economici e a promuovere la collaborazione che impone un riconoscimento al merito e alla competenza a servizio del progresso. C’è bisogno del coinvolgimento di tutti, di un innovativo equilibrio tra liberi professionisti e tecnici PA. Siamo ancora in tempo per aprire gli occhi e scoprire che la soluzione è a portata di mano".