Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
CAGLIARI. È partito questa mattina da piazza del Carmine, e si è concluso al palazzo del Consiglio Regionale, il corteo di respiro nazionale pro Palestina. Oltre 3mila i presenti che preso parte alla protesta dopo l’intensificarsi della violenza nei confronti della Palestina. Ma ad aver aderito al corteo sono anche centinaia di lavoratori e lavoratrici del settore trasportistico, che inevitabilmente hanno portato grossi disagi durante la mattinata. A causare l’indignazione dei manifestanti è anche la politica del riarmo, ma soprattutto il coinvolgimento della Sardegna con la presenza di fabbriche, siti e poligoni militari nel territorio. “In Sardegna abbiamo una fabbrica di armi di bombe e di droni che vengono usate per perpetuare il genocidio a Gaza e in tutta la Palestina - fa sapere Enrico Rubiu di Usb - scioperiamo anche perché la guerra la pagano i lavoratori. Vogliono spendere soldi per il riarmo a discapito della sanità e dell’istruzione”.
Nella giornata di ieri, durante il G7, Regno Unito, Portogallo, Australia e Canada si sono uniti agli altri Paesi che riconoscono ufficialmente lo stato della Palestina, ma per i manifestanti non basta. “A chi la sta riconoscendo oggi benvenuti e ben svegliati. Di stato ce ne deve essere uno, perché lo stato israeliano non è legittimo, se lo sono presi con il consenso dell’Europa, degli Stati Uniti e dell’Inghilterra”, spiega Rubiu.
Tra i tanti presenti di questa mattina anche giovani studenti e studentesse provenienti da diversi istituti del cagliaritano. “È bene che, proprio nel luogo che venga fatta istruzione, si dica no a questa politica di massacro e di guerra generalizzata. Quello che sta capitando a Gaza difficilmente ha un paragone nella storia, purtroppo la storia umana è costernata di guerre, ma questo che sta capitando è un unicum nella storia umana” fa sapere Andrea Degiorgi del coordinamento Cobas.
La richiesta dei manifestanti è rivolta al Governo italiano: riconoscere lo stato di Palestina. “Chiediamo di prendere posizione contro il genocidio e contro lo stato di Israele. Oggi c’è la flottilla e probabilmente sarà bombardata, loro sono degli eroi perché stanno portando vita in quei territori a differenza dello stato italiano che sta portando consenso e complicità allo stato di Israele che sta causando morte”.