CAGLIARI. "Sono stato vittima di un'aggressione piena di omofobia nella mia città, Cagliari, nel mio posto del cuore. Non avrei mai pensato di raccontare in prima persona questo schifo". A denunciare pubblicamente sui social il grave episodio è Paolo Salaris, che racconta di essere stato spintonato, insultato e derubato da tre uomini al Fico d'India, al Poetto.
"Approfittando di un momento in cui sono incalzati insulti da parte di uno dei tre, sono stato spintonato, insultato a suon di "Cag** di m*** devi morire"", denuncia il ragazzo, "Ho dovuto vedere tre schifosi uomini pisciare quasi sopra le mie scarpe con le luci, così, perché trasmettevano troppa gioia? Troppo colore?. Ho lividi, tagli, non ho più un soldo liquido, non ho avuto più il mio telefono, le mie AirPods, mi hanno rubato tutto".
"Loro sono saliti nella mia auto perché si dovevano far offrire una sigaretta, una caramella, per poi scappare qualche metro in là lasciandomi nel panico e nel dramma più totale per andare ad abusare tra l altro di una ragazza che come me non è riuscita a vincere la sfida della violenza, verbale e fisica", continua il racconto di Salaris. "Sto sotto un treno. Ho trovato il mio telefono rubato dopo quasi 3 ore di ricerche per tutto il piazzale in viale Poeto, mentre col mio solito garbo chiedevo lor ”controllatevi le tasche che magari vi è finito la per sbaglio. Mi fido troppo e credo troppo negli essere umani. Ma loro non lo erano".
"Grazie al 112, grazie a Claudia, a Francesco, a tutto il Fico d'India", scrive il giovane, che denuncia anche il presunto abuso che sarebbe avvenuto quella stessa notte: "Mi dispiace soprattutto per la giovane ragazza abusata tra una palma esotica davanti all’ippodromo e un sedile di un auto senza che nessuno la sentisse. Scusami Ragazza. Ti ho tenuto la mano in attesa dell’ambulanza, mentre piangevi e raccontavi di sei mani che ti aprivano il pantalone, che percorrevano il tuo corpo. Anche io volevo piangere, ma ho preso.coraggio, ho tirato fuori di nuovo il mio bel sorriso, ho riacceso le scarpe con le luci e ti ho rassicurata che mai più riaccadrà".