SASSARI. Ennesima tragedia in carcere in Sardegna. Un detenuto è stato trovato morto nel carcere di Bancali, a Sassari. Lo fa sapere il sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che scrive su una nota firmata dal delegato nazionale della Sardegna Antonio Cannas: “Un detenuto italiano è stato trovato morto in cella a Bancali. Si stanno compiendo accertamenti sulle cause del decesso, ma la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”, si legge.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolinea: “Siamo di nuovo qui a discutere di problemi e soluzioni sul sistema carcere, a margine del triste evento accaduto a Bancali. Il fatto è che i problemi si ingigantiscono e le soluzioni – sempre quelle, poche, semplici e chiare – non vengono ascoltate. Finora non sono mancati gli interlocutori, ma le soluzioni concrete, non ideologiche; quelle ideologiche, lo abbiamo visto nel passato, ci sono state ed hanno sfasciato il sistema penitenziario, minandone la sicurezza nelle fondamenta.
La realtà è che tra le principali riforme che hanno destabilizzato il sistema e destrutturato la sicurezza nelle carceri vi è anche l’eliminazione della sanità penitenziaria, che consentiva una gestione 'c.d. interna' attraverso convenzioni stipulate tra amministrazione e medici, i quali garantivano una presenza costante e una conoscenza della popolazione detenuta che era fondamentale per una corretta e più adeguata gestione”.
Il leader del primo sindacato della Polizia rammenta che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti. Cifre che a Bancali lievitano ulteriormente in termini percentuali: Lo scorso 31 maggio, rispetto ai 450 posti letto, la Casa circondariale ospitava ben 539 detenuti, 190 dei quali stranieri e 19 donne”. Capece ricorda che “il Sappe da decenni chiede riforme concrete come l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario, e tossicodipendenti in Comunità a scontare la pena”.
La protesta del sindacato Con.Si.Pe. (Roberto Melis, Segretario Nazionale)