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NUORO. "L'ipotesi che il carcere di Badu'e Carros venga svuotato e ristrutturato per ottenere una struttura destinata esclusivamente ai detenuti sottoposti al regime del 41-bis è concreta ed imminente”. La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, interviene su quella che parrebbe essere la destinazione finale ed esclusiva ai detenuti in 41-bis, raccogliendo la preoccupazione espressa dal vescovo di Nuoro Antonello Mura.
“Se confermata, sarebbe una scelta gravissima per Nuoro e per l’intero territorio", commenta Todde, "Non un intervento temporaneo, ma una decisione strutturale, assunta senza alcun confronto con la Regione. Una punizione per una città, per un territorio e per un’isola che faticosamente stanno rialzando la testa".
Todde ha ripercorso i tentativi di confronto avviati con il Governo nazionale: “Il 3 dicembre ho scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per contestare il trasferimento in Sardegna di un numero elevato di detenuti al 41-bis, senza ottenere alcuna risposta. Prima ancora avevo chiesto al Ministro della Giustizia l’apertura di un confronto formale, che era stato garantito e poi disatteso”, ha detto, richiamando atti formali rimasti senza riscontro. “Non solo non mi sono state fornite risposte o rassicurazioni ma sono stata accusata di allarmismo”, ha aggiunto, respingendo le critiche rivolte alla Regione.
“È inaccettabile che un intero carcere venga ristrutturato e destinato esclusivamente a questo regime, concentrando in Sardegna costi, rischi e carichi che ricadono sulle comunità locali. Sull’isola intera”, ha affermato Todde.
Pesanti le ricadute sul territorio. “Un’isola che sogna un riscatto con l’Einstein Telescope e che invece viene condannata senza appello alle infiltrazioni mafiose”, ha detto, contrapponendo due visioni opposte del futuro della Sardegna. “La Sardegna ospita già il numero più alto di detenuti al 41-bis in rapporto alla popolazione, tutti non sardi”, ha ricordato, fornendo un dato a sostegno della posizione della Regione.
Todde lancia anche un appello ai rappresentanti sardi a Roma. “I parlamentari sardi che sostengono questo governo vogliono essere complici di questo abominio o alzare la loro voce per dire che è ora di finirla?”. “L’insularità non può essere usata come la nostra condanna”.











