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CAGLIARI. La vicenda giudiziaria della morte di Manuel Piredda si è conclusa nel 2020, con l'archiviazione delle accuse alla allora moglie Valentina Pitzalis, che ancora porta i segni (le cicatrici) di quanto accaduto quella sera a Bacu Abis nel 2011. Oggi però in aula se n'è parlato ancora, stavolta con la nota criminologa Roberta Bruzzone: sono state citate in giudizio Roberta Mamusa, madre di Piredda, e Elisabetta Sionis, consulente criminologa. Loro, secondo l'accusa, avrebbero offeso "la reputazione della dottoressa Bruzzone che aveva più volte espresso le sue opinioni a favore della versione dei fatti" di Pitzalis.
Nello specifico, durante l'udienza di circa 3 ore oggi al tribunale di Cagliari, la criminologa Bruzzone, interrogata dagli avvocati, ha spiegato e sintetizzato la natura delle offese alla sua persona, ma anche alla sua famiglia: "Nel ripercorrere questa storia sono ancora arrabbiata", ha chiarito. "Io in un primo momento non ero in una posizione così netta, solo dopo mi feci un'idea a favore di Pitzalis. Li è cominciata una campagna persecutoria. Insulti che hanno interessato anche la mia sfera familiare e personale. Sono arrivata a contare 500 post che secondo me si riferivano a me, poi ho smesso di contare. Body shaming, cose sconvolgenti, anche sulla mia famiglia", ha raccontato oggi. Secondo Bruzzone, nonostante il suo nome non venga fatto (quasi mai), in realtà si parla sempre di lei in quei tanti post di insulti, tanto che dal suo racconto sarebbero state pubblicate anche foto dei suoi familiari, prese da alcuni post su Facebook. Tesa la discussione tra l'avvocato della difesa Aldo Luchi e la dottoressa Bruzzone, rappresentata dal legale Daniele Fabrizi. Michela Teti, invece, legale in sostituzione di Patrizio Rovelli. Luchi e Rovelli difendono Sionis e Mamusa. La prossima udienza a ottobre.