CAGLIARI. "Banca Intesa San Paolo abbandona pezzo dopo pezzo importanti porzioni del territorio sardo". È quanto denunciano i bancari delle segreterie territoriali di Sassari Cgil Fisac, First Cisl, Uilca, Fabi e Unisin, sulle recenti chiusure di filiali e accorpamenti di strutture molto distanti tra loro nel nord Sardegna, che sarebbe quindi "penalizzato".
Le organizzazioni sindacali si dicono quindi preoccupate ed esprimono un forte dissenso: "L’accorpamento della filiale imprese di Sassari su Olbia, i trasferimenti forzati di clienti e dipendenti da Sorso a Porto Torres e da Thiesi a Macomer e la non lontana chiusura di ben quattro filiali a Sassari, oltre che la chiusura delle filiali di Ossi e di Sennori confermano i nostri timori. L’impatto di tali decisioni, tanto sul personale quanto sulla clientela, rende evidente la strategia di aumentare gli utili anche a discapito delle necessità di cittadini, imprese e dipendenti. Non si tratta infatti soltanto di ridurre il presidio delle filiali e negare ai territori un servizio per sostenere l’economia locale: anche l’’accorpamento della filiale imprese, con il declassamento della struttura di Sassari a mero distaccamento, è palese dimostrazione della volontà di voler abbandonare il territorio con un disimpegno che determina la mancanza di supporto al tessuto economico ed imprenditoriale già debole".
"A maggior riprova del disinteresse da parte di Intesa SanPaolo verso il territorio sardo", scrivono i sindacati, "c’è la sostanziale inadeguatezza delle comunicazioni alla clientela rispetto alla progressiva chiusura delle casse nelle filiali, generando disservizi non trascurabili proprio sulle piazze più isolate. Ciò che più di tutto è tuttavia intollerabile è come tali decisioni avvengano in un territorio, la Sardegna, il cui personale bancario ha sempre dimostrato, con i risultati ottenuti, una dedizione e una serietà che meriterebbero ben altra attenzione; invece chiusure ed accorpamenti comportano un pesante aggravio delle condizioni e dei carichi di lavoro, sminuendo o vanificando i sacrifici di colleghi e colleghe".
E i bancari aggiungono: "L’abbandono del territorio da parte di Intesa SanPaolo si somma inoltre alla drammatica ed annosa carenza di organici, ripetutamente denunciata negli ultimi anni: a fronte dei pensionamenti e prepensionamenti mai l’azienda ha provveduto a rimpiazzare il personale uscito dal lavoro secondo i criteri previsti dagli accordi nazionali con le OOSS. È ora che l’Azienda dimostri con i fatti la sbandierata attenzione alle aree svantaggiate e che, in particolare in Sardegna, provveda a portare lavorazioni che la tecnologia consente di eseguire in qualsiasi territorio. Occorre che vengano insediati centri di lavoro anche relativi a nuove attività e mestieri creando così una vera nuova occupazione".
Recentemente anche i sindaci interessati dalle chiusure hanno protestato e i sindacati lanciano l'appello: "Invitiamo tutte le amministrazioni del Nord Sardegna ad esprimere un corale dissenso sia verso le decisioni del Gruppo Intesa SanPaolo ma anche verso gli altri istituti di credito che progressivamente ed inesorabilmente stanno abbandonando il presidio del territorio".