CAGLIARI. “Dopo lo stop per la produzione dello zinco la preoccupazione di noi lavoratori è salita alle stelle”. A parlare è Patrizio Cancedda, uno dei 1200 della Portovesme, in occasione del sit-in di protesta questa mattina di fronte alla sede del Consiglio Regionale a Cagliari. Qualche giorno fa la lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che lunedì scorso era nella città capoluogo per l’inaugurazione dell’anno scolastico. Oggi il grido d’aiuto è rivolto agli esponenti del Consiglio Regionale e alla presidente Alessandra Todde, dopo che la Glencore, proprietaria dei due stabilimenti industriali del Sulcis e del Medio Campidano, ha comunicato lo chiusura della linea zinco.
“In questo momento serve il sostegno di tutta la politica, sia regionale che nazionale, per scongiurare la possibile chiusura dell’unica realtà industriale ancora in marcia nel Sulcis Inglesiente e del Medio Campidano”, dice Federico Matta della Uil del Sulcis Iglesiente.
Una situazione di crisi, spiegano i manifestanti, che va avanti dal periodo della pandemia quando l’azienda avrebbe cominciato a rallentare le produzioni sia di piombo che di zinco nello stabilimento di Portovesme. Ora, però, con la chiusura della produzione di zinco, lo stabilimento rimarrà in funzione con i forni Wealz per l’escusivo trattamento dei fumi di acciaieria. “Questo comporta una riduzione tra l’80% e il 90% della forza lavoro presente dei dipendenti diretti e di quelli delle imprese d’appalto, di conseguenza il Sud Sardegna perderà altre 1200 buste paga. Non ce lo possiamo permettere”, conclude Matta.