CAGLIARI. Ci sono storie cagliaritane che partono da "un quartiere difficile", rimbombano tra i box del mercato di San Benedetto e a volte finiscono nelle cronache giudiziarie. Ma possono avere un lieto fine. O, comunque, iniziare a passare attraverso una strada diversa da quella che avrebbe portato chissà dove.
Una è quella di Willliam Portoghese, 42 anni. Nato e cresciuto a Sant'Elia, ha trascorso gli ultimi otto in carcere. Alle spalle, numerose vicende legate a crimini commessi più o meno rilevanti e a una gambizzazione subita dopo una lite in un locale.
La pena non è ancora scontata.
Questa mattina una cronaca di redenzione è stata resa grazie al microfono di uno che queste storie le ha sempre sapute cogliere e raccontare: Antonello "Tziu" Lai, per il suo canale "La Zona" era al mercato per raccogliere voci sul Cagliari.
Ma quando ha visto, con un'aragosta in mano dietro il banco del pesce, questo "sosia di Ronaldo, il fenomeno, me lo dicono tutti", non ha resistito.
Prima una chiacchierata col padre Silvano, pilastro del mercato. Poi le domande a William, che si è aperto: alle 17 il rientro a Uta, "ma adesso almeno posso lavorare".
Portoghese ha raccontato il suo percorso che "mi ha fatto capire che la vita vera è questa. Lavorare, amare la famiglia e non dover scappare dalla polizia, non doverti nascondere".
Una nuova compagna e una nuova vita, con ringraziamento al giudice di sorveglianza che gli ha dato una possibilità. E un monito per i giovani: "Mollate la droga. La maggior parte di quelli che sono dentro hanno droga alle spalle, e fanno rapine per pagarsela".
Una nuova vita, per William Portoghese, "perché ho capito che prima non avevo testa", dice al microfono.
Pubblichiamo l'intervista per gentile concessione di Antonello Lai e del cameraman Chicco Lecca.