QUARTU. Sfruttavano gli immigrati per lavorare in campagna o come badanti e colf. Così sono stati denunciati dalla polizia in otto per caporalato e favoreggiamento di immigrazione clandestina.
Sono finiti nei guai un uomo di Quartu Sant’Elena (Ca), quattro uomini e una donna di Isili (Nu), un uomo di Orosei (Nu) e una donna kirghisa residente a Cagliari, tutti incensurati.
Secondo la squadra mobile favorivano l’ingresso e la permanenza in Italia di cittadini kirghisi, per sfruttarli in campagna o in famiglie come badanti e colf.
Dalle indagini è emerso che gli immigrati arrivavano in Italia dopo aver fatto ingresso in altri paesi dell’Unione Europea con visti brevi per turismo o per lavoro. Con la falsa promessa di un’occupazione ben retribuita e la possibilità di ottenere subito i documenti necessari per restare in Italia, si stabilivano quindi a Cagliari, Isili e Orosei.
La cittadina kirghisa indagata faceva da intermediaria tra i datori di lavoro e gli stranieri e si occupava di presentare in Questura le pratiche per il permesso di soggiorno.
L’indagine degli uomini della Seconda Sezione della Mobile era iniziata circa un anno fa, quando l’Ufficio Immigrazione della Questura si era accorto di un dato singolare: di tutte le istanze di permesso di soggiorno avanzate in Italia da cittadini kirghisi, ben il 75% erano state presentate alla Questura di Cagliari (oltre 200).
Gli agenti fanno sapere che gli immigrati venivano impiegati come colf e badanti oppure sottoposti a duri lavori nei campi con orari ininterrotti dalle 7 alle 21. Ricevevano in nero paghe mensili di circa 600 euro senza nemmeno un giorno di riposo.
Durante le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, eseguite ieri, è stato sequestrato diverso materiale di interesse investigativo, ricevute dei compensi lavorativi in nero e alcuni resoconti delle paghe date ai migranti.