CAGLIARI. Il virus corre soprattutto tra i giovanissimi. Per questo l’Ats ha “suggerito”, attraverso un documento firmato da Antonio Frailis, direttore dell’Arst struttura complessa di Igiene pubblica del Sud Sardegna, di valutare la possibilità dì chiudere le scuole di ogni ordine e grado fino alla fine di gennaio.

Quel documento, che riporta la data del 27 dicembre, era indirizzato alla Prefettura di Cagliari e all’assessorato regionale alla Sanità e ufficio scolastico regionale. Ma è arrivato anche tra le chat di tanti genitori che hanno mostrato non poca preoccupazione per l’ipotesi avanzata dall’Ats. La contrarietà è arrivata anche da parte del sindaco metropolitano Paolo Truzzu. “A noi non è arrivato nulla, so che circola questa comunicazione, per me chiudere una scuola è sempre un delitto”, precisa Truzzu, “si crea sempre un danno nei soggetti che più hanno sofferto in questo periodo di pandemia”. Poi il sindaco fa una riflessione sui numeri rispetto allo scorso anno. “I dati sono sicuramente in crescita però l’anno scorso in questa giornata avevamo il doppio dei positivi è il triplo, se non il quadruplo dei ricoverati”.

Pertanto secondo Truzzu “prima di arrivare alla chiusura delle scuole ci si può organizzare con il servizio di igiene anziché rovesciare sul mondo della scuola, sulle famiglie e sui bambini, problemi di organizzazione”. Quindi per arginare il diffondersi del contagio “è necessario prestare la massima attenzione, rispettare le regole come distanziamento e utilizzo delle mascherine, non capisco quale è l’esigenza di chiuderle in questo momento”. D’altra parte anche dal prefetto Gianfranco Tomao non arrivano delle risposte. “La decisione non spetta a noi”, precisa Tomao, “ma alle autorità sanitarie competenti. Tanto che ho chiesto quali sono le decisioni da assumere. Possono farlo i sindaci o la Regione, non la prefettura”. In sostanza ora la palla passa alla Regione.