CAGLIARI. Toccata e fuga. Con carico minore, o maggiore, non si sa. La Bahari Abha è una nave che batte bandiera saudita. Viaggia sulle principali rotte del Mediterraneo e la sua missione storica, e contestata, è il trasporto di armi. Non si vedeva da un po', in Sardegna. Ieri è tornata. Stando alle carte dei principali sito di monitoraggio dei trasponder satellitari delle imbarcazioni, ha attraccato al Porto Canale di Cagliari alle 4,05 del 7 giugno per ripartire alle 11,42, dopo 7 ore e 37 minuti, con destinazione Porta Said, in Egitto, dove si prevede che arrivi l'11 giugno.
Prima di arrivare in Sardegna il cargo era a Genova, per due giorni. Un porto dove nel corso del tempo ha subito numerose contestazioni. Pwerché i portuali liguri avevano deciso di boicottare l'armatore che, sostenevano, era responsabile dei rifornimenti di armamenti delle guerre sporche, come quella condotta dall'Arabia saudita contro lo Yemen.
Perché è approdata a Cagliari? Ha prelevato merce - armi? - che era stata allestita nottetempo sulle banchine del porto industriale cagliaritano, ormai deserto a causa del tracollo della società che lo aveva in concessione? Al momento le risposte non ci sono. Di certo c'è solo che lo storico interlocutore d'affari, la Rwm di Domusnovas, ha ingaggiato una battaglia legale contro il governo, che ha bloccato le licenze di esportazione di armamenti verso i paesi in guerra. Il Tar, finora, ha dato ragione all'esecutivo. Perché sugli interessi del privato produttore di bombe, hanno scritto i giudici amministrativi nella sentenza, prevalgono quelli dei civili che rischiano la vita in conflitti che si trasformano in eccidi. Quindi resta per ora senza risposta la segnalazione del comitato A Foras di Cagliari, che ha seguito la rotta della nave. E ha segnalato la sua presenza per poche ore, da prima dell'alba, a Cagliari.