ROMA. La bufera sui social è già esplosa. Gli utenti di Twitter chiedono a gran voce i nomi dei cinque deputati coinvolti e, dall'altro lato, a Montecitorio si diffonde l'hashtag #BonusInpsiono", condiviso da tanti parlamentari che autodichiarano la loro estraneità al fatto. "Così i nomi, per esclusione, emergeranno lo stesso", scrive la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. E in tanti la seguono.
Il web, da ieri, è inondato di messaggi indignati: la notizia dei deputati che hanno fatto richiesta del contributo da 600 euro dell'Inps ha fatto scoppiare una rivolta social, non solo tra i cittadini ma anche nel mondo politico. In tanti twittano "Vergogna", "Schifo": il coro è quasi unanime ma c'è anche chi si sofferma sul problema di una legge "mal scritta", che di fatto non ha impedito a lavoratori con una retribuzione mensile di più di 13mila euro di richiedere il bonus. E lo scandalo, di ora in ora, continua ad allargarsi: sarebbero coinvolti anche sindaci, presidenti di regione, assessori e consiglieri. In tutto circa duemila persone.