CAGLIARI. C'erano i parcheggi. Pure i cassonetti. Le auto potevano passare senza limitazioni. Ma anche la facciata grigia di un palazzo che non era un esempio di stabilità e una perla dell'architettura. Adesso in quel punto, in via Sulis, quartiere di Villanova, c'è un locale. I titolari hanno pubblicato delle foto, "per non dimenticare come era la strada qualche anno fa". Le auto possono passare solo a determinati orari, quelle dei residenti. Ci sono piante e persone che passeggiano a tutte le ore.
C'è da chiedersi: meglio adesso o prima? Lì la trasformazione è avvenuta quando sindaco di Cagliari era Emilio Floris. Perché anche il centrodestra ha pedonalizzato la città, mica la passeggiata è patrimonio della sinistra: la Marina ha iniziato a rinascere sotto Mariano Delogu, le giunte successive di Floris hanno lavorato su Villanova e proseguito nel rione del porto.
Poi è arrivato Massimo Zedda. Le opere pubbliche hanno continuato a macinare lavori. Altro esempio: il Corso Vittorio Emanuele. Stessa storia: c'erano le auto, i parcheggi e i bus. Adesso un'area pedonale. Chi avrebbe detto che i cagliaritani avrebbero sopportato la chiusura al traffico di una strada che sembrava di vitale importanza? E non era certo prevedibile una serie di aperture di locali così massiccia da costringere l'Enel a potenziare la rete, tanta era la richiesta di corrente. Gli esempi potrebbero continuare. Con piazza Palazzo a Castello (svuotata a metà).
Ora l'attenzione è tutta su via Roma. Rimarrà pedonale o no? Resisterà Cagliari all'iniziativa? C'è chi chiede la riapertura, in due giorni sono state raccolte 170 firme per chiedere un passo indietro al Comune. Potrebbero diventare di più. Fioccano le foto che dimostrano il deserto durante il giorno: ovvio, ci sono 40 gradi. E a settembre sarà sempre così? Si possono già trarre delle conclusioni? Bisogna rifletterci: gli scontenti, intanto, sembrano prevalere su chi appoggia la pedonalizzazione.