L'intervista a Luca Montella, sindaco de La Maddalena
LA MADDALENA. Ci risiamo, la Marina militare ci riprova: è ripartita la procedura per la realizzazione del molo che dovrà ospitare la maxi portaerei Cavour - la regina della flotta italiana, con le sue 27.900 tonnellate - nel cuore del parco dell'arcipelago della Maddalena, sull'isola bunker di Santo Stefano. Tutta la macchina autorizzativa, avviata nel 2015, si era arenata su un banco di circa 100 metri quadri di posidonia oceanica: le esigenze di tutela delle piante marine avevano imposto uno stop alla procedura - succedeva a giugno 2017 - e l'imposizione dell'avvio del procedimento di valutazione d'impatto ambientale (QUI LA NOTIZIA RIPORTATA SU YOUTG.NET). Detto, fatto: da settembre al ministero dell'Ambiente il Genio della Marina militare ha depositato i documenti di scoping, utili per accelerare la valutazione e ottenere il via libera alla costruzione del nuovo molo (la struttura esiste già, deve essere trasformata per essere adattata all'approdo del colosso Cavour). L'opera sorgerà - e la Cavour solcherà il mare -. dentro un'area protetta, all'interno del santuario dei cetacei, dove i non residenti non possono nemmeno gettare una lenza per pescare, in un luogo dal quale gli americani sono andati via nel 2006.
IL BENESSERE SOCIALE. Nelle carte inoltrate a Roma dagli ingegneri che affiancano i militari si legge che "alcune attività previste nel progetto, rivelano la loro importanza soprattutto in termini di variazione sostanziale del benessere sociale, intendendo in questo caso specifico la sicurezza dei cittadini, visto e considerato che l’ampliamento del molo per l’accoglimento delle navi classe Cavour consentirebbe alla Marina Militare Italiana di espletare funzioni di difesa militare. La valutazione di tale quantità, rappresenta un’informazione basilare per apprezzare l’impatto socio economico dell’intervento". Insomma: la trasformazione dell'isola di Santo Stefano in casa della portaerei Cavour porterà benessere in tutto l'arcipelago. Economico, certo, ma anche in termini di sicurezza percepita. D'altronde, difficile dire che quella nave passerà inosservata: è lunga 244 metri e alta 30, getterà l'ancora davanti all'imbocco del bunker segreto di Guardia del Moro, dove per anni sono state nascoste tonnellate di armi, lecite e illecite (come quelle sequestrate nell'Adriatico ai trafficanti russi, destinate negli anni Novanta al macello dell'ex Jugoslavia) che sono anche finite, con la benedizione del Parlamento, in mano ai ribelli libici.
LA DENUNCIA DI COTTI. A puntare l'indice verso la posizione della Regione sulla realizzazione del nuovo molo è il senatore cagliaritano del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti, che attacca anche la Regione Sardegna: "Sarà la procedura di valutazione di Impatto Ambientale, quella che la Regione Sardegna riteneva - erroneamente - di non doversi praticare, a definire la fattibilità dell'intervento, col concorso delle osservazioni dei cittadini, che dovranno essere obbligatoriamente valutate dagli uffici ministeriali. Al di là degli aspetti tecnici e degli esiti della procedura, resta però un nodo politico che la Regione non vuole o non sa come sciogliere: quello dell'ampliamento militare che farà carico su un delicato compendio naturalistico, ricadente peraltro in area marina protetta. Un compendio naturalistico senza pari, che meriterebbe ben altre attenzioni e valorizzazioni da parte della Regione".Che aveva sì presentato delle osservazioni, nell'ambito del precedente procedimento (poi chiusa con il rinvio a quella appena attivata). Ma per dire che, come si legge nelle carte firmate dal direttore generale Paola Zinzula, "non si ritiene necessaria la sottoposizione a procedura d'impatto ambientale".
Al ministero, che ha badato alla posidonia, la pensavano diversamente. Ora gli uffici sono di nuovo attivi. E se l'opera edile avrà un basso impatto - e questo è certificato da tutte le carte depositate al dicastero perché un molo c'è già, bisogna solo adattarlo alla Cavour -, la domanda da porsi in Regione è: la creazione alla Maddalena di una base permanente per una maxi portaerei, con conseguente conferma di militarizzazione dell'area, è o no compatibile con i progetti di sviluppo turistico di un paradiso naturale come quello di La Maddalena? La risposta, però, non la devono dare i tecnici, che hanno già espresso il loro parere. Ma la politica.