IL PROGETTO. Cento metri quadrati di posidonia oceanica tengono lontana la maxi portaerei Cavour dal parco dell'arcipelago di La Maddalena. Dove non è riuscita - o non è voluta riuscire - la Regione interviene un fazzoletto di piante marine sul fondale dell'isola di Santo Stefano: qui, nel cuore del parco marino internazionale e del santuario dei cetacei, il ministero della Difesa vuole realizzare la "casa" per l'ammiraglia della flotta della Marina militare italiana. Ma, come si legge nelle carte ufficiali, "sono emerse delle criticità nel corso dell'istruttoria tecnica" davanti al ministero dell'Ambiente. Stop quindi alla procedura di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale: il genio militare voleva sapere se fosse necessaria o no. La risposta è: sì, eccome se è necessaria.
La decisione è di ieri ed è stata firmata dal direttore generale dell'ufficio autorizzazioni ambientali del ministero dell'Ambiente Giuseppe Lo Presti. I problemi sono sorti il 9 giugno, durante una riunione tecnica a Roma: le strutture per il nuovo pontile che dovrebbe accogliere la gigantesca Cavour, a Punta dello Zucchero, vanno a intaccare il fondale. Ma qui cresce la posidonia. E se anche, secondo le stime, si tratta di una piccola porzione di poco più di 100 metri quadrati di vegetazione marina, tanto basta per impedire il via ai lavori. Stop, quindi, alla procedura che avrebbe portato il colosso del mare ad avere come approdo principale la banchina davanti al bunker segreto di Guardia del Moro.
Le richieste di autorizzazioni risalgono al giugno scorso, anche se le interlocuzioni tra ministero e Regione erano andate avanti in gran segreto nei mesi precedenti. Quando la notizia era uscita, ad agosto, in Regione dicevano di essere caduti dal pero e di non sapere niente. L'opposizione tecnica al progetto è arrivata con la presentazione di alcune osservazioni, a settembre 2016. C'era poi l'aspetto politico: piazzare la Cavour nel cuore del parco significherebbe rimitalizzare La Maddalena, abbandonata dopo l'addio degli americani e il flop del G8 trasferito all'Aquila. Tutti sanno come è andata a finire con le strutture costate centinaia di milioni di euro realizzate per il summit. Così come con le bonifiche. Le stellette vogliono tornare, ma si sono scontrate contro una barriera di piante marine ampia qualche metro quadrato.