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ORISTANO. Quattro detenuti della Casa di reclusione di Oristano-Massama non potranno completare il loro corso di studi. Lo fa sapere Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che su una nota scrive: “La decisione di cancellare la classe quinta del corso di Amministrazione Finanza e Marketing dell’Istituto Tecnico Commerciale 'Lorenzo Mossa' per l’esiguo numero di studenti non è solo un atto discriminatorio nei confronti di persone, che non hanno alternative, ma attenta pesantemente al diritto all’istruzione e all’articolo 27 della Costituzione”, sostiene Maria Grazia Caligaris aggiungendo che “non possono essere applicati alle classi scolastiche delle carceri i criteri ministeriali già peraltro fortemente criticati in diverse realtà dell’isola dove lo spopolamento incide negativamente sul numero degli iscritti”.
“Apprendere che 3 detenuti della sezione alta sicurezza e uno 'comune' dell’Istituto Penitenziario oristanese, arrivati alla classe quinta con fatica, non potranno concludere il corso di studi – sottolinea Caligaris – appare davvero inaccettabile. È vero che non si tratta di scuola dell’obbligo, tuttavia riguarda il diritto allo studio di persone che, private della libertà, hanno manifestato una costante volontà di migliorare sé stesse e raggiungere un obiettivo importante. Anche la scelta di accorpare le classi per ovviare ai numeri esigui di iscritti appare umiliante e non risponde auna corretta gestione del percorso scolastico”.
“È paradossale – rileva ancora la presidente di Sdr – che lo Stato attraverso le leggi voglia promuovere il riscatto sociale e favorire il reintegro nella comunità delle persone che scontano un reato mentre nei fatti, come in questo caso, non isolato purtroppo, nega la prosecuzione e conclusione di un corso di studi. La formazione è un caposaldo di un Paese civile e non può rispondere esclusivamente a questioni numerico-ragionieristiche”.
“Auspichiamo un ripensamento sulla decisione e riteniamo che su questa questione debbano intervenire i Consiglieri regionali e la Presidente della Regione. La Sardegna che ospita 3 Colonie Penali, per 6mila ettari di territorio, detenuti al 41bis e il 26,5% di cittadini stranieri ha il diritto – conclude Caligaris – di esigere una maggiore attenzione proprio in un ambito, quello della scuola particolarmente importante”.