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VILLACIDRO. “Immagini inequivocabili immortalano tubi in acciaio con all’interno dei cartellini della Rwm a Villacidro, nella zona industriale”. A pubblicare le foto è il Comitato Su Entu Nostu: nelle scorse settimane aveva fatto discutere la notizia di un deposito nel paese per la fabbrica delle bombe di Domusnovas. Notizia che era stata smentita, ma ora sarebbe confermata dalle foto diffuse dal comitato sardo.
“Quanto capitato a Villacidro, in cui da un giorno all'altro abbiamo scoperto dell'esistenza di un deposito di materiale destinato alla fabbricazione di ordigni bellici in un'area dove sono insediate numerose attività produttive e commerciali, a due passi da un importante centro commerciale”, scrive Su Entu Nostu, “è l'ennesimo segnale di un atteggiamento sprezzante nei nostri confronti da parte dello stesso soggetto che è convinto di poter a Domusnovas andare in deroga a qualunque regola con il beneplacito della politica sarda e italiana. Nessun cittadino campidanese è stato informato della presenza di questo deposito; un deposito che, benché al momento contempli, per usare un eufemismo, semplici tubi in acciaio, trasforma la nostra zona in un obiettivo sensibile e sottopone chi frequenta l'area industriale a dei rischi che sarebbe invece doveroso conoscere e soprattutto accettare”.
Il comitato Su Entu Nostu, insieme a Italia Nostra Sardegna, USB Sardegna, Comitato Riconversione RWM, WarFree – Lìberu dae sa gherra, COBAS Cagliari, Cagliari Social Forum, Assemblea Permanente Villacidro, Partito Comunista Italiano Sardegna, Le Radici del Sindacato CGIL Sardegna e Rete Iside hanno quindi sottoscritto una lettera aperta indirizzata alla presidente della Regione Alessandra Todde “affinché si opponga all'autorizzazione all'ampliamento dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias”. Nel documento si legge: “Rilasciare un'autorizzazione in queste condizioni significa assicurare il via libera a una società che è convinta di potersi muovere nella nostra isola senza ostacolo alcuno. Significa mettere una pietra tombale sulla residua fiducia dei sardi verso le istituzioni che queste regole dovrebbero garantire, in un periodo in cui la legittimità della classe politica è pressoché totalmente scaduta”. E ancora: “La Giunta non può che esprimere un parere negativo sull’ampliamento della fabbrica RWM. Le motivazioni che Lei ha indicato per giustificare un eventuale parere positivo risultano deboli e non rispondenti al vero, e si riassumono così: Se la giunta non deliberasse un parere positivo per l'ampliamento RWM, verrebbe commissariata. Non corrisponde a verità: la decisione è di esclusiva competenza della Giunta, che può legittimamente deliberare sia in senso positivo che negativo.
“I rischi ambientali sono minimi? Parliamo di uno stabilimento classificato “ad alto rischio di incidente rilevante” realizzato all’interno dell’area di rispetto di un corso d’acqua ad alto rischio di esondazione, come si può parlare di bassi rischi ambientali?”, si legge nella lettera indirizzata a Todde.
“Se, come purtroppo si prospetta, la Regione dovesse approvare l'ampliamento RWM, saranno le organizzazioni da sempre impegnate, ancora una volta, a dover presentare ricorso al TAR contro una scelta inaccettabile oltre che errata. Un’eventuale decisione positiva, lo ripetiamo, consentirebbe infatti di ampliare il business di una fabbrica che produce ordigni di tutti i tipi, persino Droni Killer israeliani, che esporta poi verso paesi impegnati nelle guerre in corso, come l'Arabia Saudita, l'Ucraina, la Turchia". Da qui l'appello alla presidente Todde: "La pace è la più grande opera di prevenzione delle catastrofi climatiche e della perdita del senso di umanità, Le chiediamo di spendersi in questa direzione”.









