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"Stop alla messa a reddito dei beni pubblici statali in Sardegna": mozione in Consiglio regionale

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CAGLIARI. L’immediata sospensione delle procedure avviate dall’Agenzia del Demanio per la concessione in affitto di beni pubblici statali in Sardegna. È la richiesta scritta nella mozione presentata in Consiglio regionale e sottoscritta da undici consiglieri: Agus , Pintus, Deriu, Piano, Fundoni, Corrias, Pilurzu, Piscedda, Solinas Antonio, Soru, Spano.

Al centro dell’iniziativa c’è l’applicazione dell’articolo 14 dello Statuto Speciale, che prevede il trasferimento gratuito alla Regione dei beni dello Stato cessati da usi governativi.

Nel bando nazionale figurano anche immobili di rilievo, come l’ex batteria militare di Capo d’Orso a Palau e l’ex Intendenza di Finanza di Sassari. Secondo i firmatari, tali beni – dismessi da anni e non più destinati a finalità statali – dovrebbero essere parte del patrimonio regionale e non oggetto di valorizzazione privata, tanto più senza alcun coinvolgimento delle istituzioni sarde.

La mozione impegna la Giunta ad agire presso il Governo e l’Agenzia del Demanio per fermare le attuali procedure, a predisporre un censimento aggiornato dei beni statali dismessi presenti sul territorio regionale e a promuovere un tavolo politico-istituzionale per definire un piano di attuazione dell’articolo 14.

Per i consiglieri proponenti, l’iniziativa del Demanio rischia di costituire un precedente pericoloso, con conseguenze potenzialmente estese su altri beni di valore storico, ambientale e strategico, e rappresenta una lesione delle prerogative garantite alla Sardegna dall’ordinamento costituzionale.

 

Su questo si è espresso oggi anche  l’assessore degli Enti Locali e Urbanistica, Francesco Spanedda. “È tempo che lo Stato rispetti quanto previsto dallo Statuto speciale della Sardegna: i beni che non sono più utili alle funzioni governative devono essere trasferiti alla Regione, come stabilito dall’articolo 14 dello Statuto. Questo principio deve essere applicato sempre e non in maniera discontinua e parziale, come è spesso avvenuto fino ad ora", ha dichiarato l'assessore.

Negli anni, il trasferimento dei beni statali è avvenuto in modo irregolare, talvolta limitandosi a immobili in condizioni critiche o con situazioni giuridiche e amministrative complesse. “Alla Regione – spiega l’assessore – è stato affidato il difficile compito di valutare e gestire questi beni, spesso senza informazioni chiare e senza un vero confronto con lo Stato”.

La precedente amministrazione regionale ha lasciato in sospeso molti passaggi fondamentali, senza attivarsi per una reale valorizzazione del patrimonio. “Abbiamo ereditato elenchi di beni fermi sulle scrivanie. La nostra Giunta, insediata da un anno, ha deciso di cambiare passo: stiamo ricostruendo le competenze e preparando strumenti concreti per una gestione seria ed efficace”.

L’assessore prosegue rivolgendosi direttamente al Governo nazionale: “È urgente avviare un confronto politico-istituzionale per definire modalità chiare e rapide di trasferimento dei beni. Chiediamo che quelli inclusi nel programma Crea Valore, evidentemente ormai non più funzionali allo Stato, siano assegnati al patrimonio regionale”.

“Siamo fermamente intenzionati – conclude Spanedda – ad avviare già nelle prossime settimane col Consiglio Regionale della Sardegna, e in particolare con la Commissione competente in materia di Demanio e Patrimonio, un percorso per approvare quanto prima una legge regionale che renda pienamente attuativo l’articolo 14, affinché la Sardegna possa finalmente esercitare a pieno titolo la sua autonomia e valorizzare il proprio patrimonio nell’interesse dei cittadini. Oltre a ciò stiamo studiando una serie di revisioni normative per favorire il passaggio dei beni che la Regione ha acquisito dallo Stato e dagli Enti agli Enti locali e ai cittadini”.