In Sardegna

Anoressia, bulimia e disturbi alimentari: a Cagliari pazienti raddoppiati dopo il lockdown

CAGLIARI. Ci sono quelle più conosciute, come l’anoressia e la bulimia. Ma tra le malattie più curate nel centro di disturbi alimentari della Cittadella Della Salute di Cagliari, c’è anche la vigoressia, ovvero un disturbo dell’immagine corporea caratterizzato dall’ossessione per la propria massa muscolare, l’allenamento, la massa magra e dieta ipocalorica. Colpisce soprattutto gli uomini: nel padiglione E di via Romagna se ne contano sei in cura. Nel periodo precovid erano due.

Ed è stato proprio il lockdown a far emergere determinate problematiche che prima rimanevano nascoste dietro i volti delle donne e degli uomini che molto spesso sono brillanti e conducono una vita normale. Lo stretto contatto con i familiari ha fatto venire a galla la malattia. Non si poteva uscire per smaltire ciò che era stato ingerito? Allora si digiunava, e i digiuni talvolta erano molto lunghi. Così è scattato il campanello d’allarme di amici e familiari di pazienti che lottano da anni contro quello che definiscono un mostro.

“Non la gestisco, è lei che gestisce me”, spiega Sveva in riferimento all’anoressia, intervallata ad alcuni periodi dalla bulimia, “ho 43 anni e da trenta lotto contro la malattia. Ma non posso dire di esserne uscita. A periodi mi abbuffo, a periodi non mangio, ogni giorno prendo lassativi e diuretici”.

Difficile spesso accorgersi che una persona cara soffre di determinati disturbi alimentari. “Ti vedono normopeso e pensano che sia una persona senza nessun problema, invece dentro racchiudiamo un problema che non ci lascia in pace neanche durante la notte, si sogna il cibo, la bilancia, e di poter star meglio, però il cervello talvolta è più forte della volontà e non consente di uscirne fuori se non si è aiutati”.

Quella di Sveva è una testimonianza che arriva in occasione della giornata mondiale della salute mentale. E il suo è un disturbo che può davvero colpire tutti. Alla base ci sono spesso incomprensioni familiari e una richiesta anche solo di un abbraccio da parte del malato. I problemi di Sveva, sono spesso gli stessi di altri circa 230 pazienti presi in carico dall’equipe del servizio disturbi alimentari della Cittadella Della Salute, composto da una decina di professionisti. Il lockdown ha fatto registrare nel padiglione E di via Romagna un boom di richieste d’aiuto da parte di donne che soffrono di anoressia restrittiva. I numeri parlano chiaro, se nel periodo pre covid si contavano circa 100 pazienti, oggi sono 230 con svariate patologie. 

Nella neuropsichiatria infantile territoriale le richieste sono addirittura triplicate. Il paziente più piccolo ha appena 8 anni. E la fascia d’età più colpita è quella che va dai 12 ai 15 anni. “Nel nostro servizio abbiamo tutte quante le età”, piega Anna Adele Pes, responsabile servizio disturbi alimentari della Cittadella Della Salute, “c’è stata una riduzione notevole dell’età d’esordio, e un’esplosione di disturbi tra i 12 e i 15 anni”. 

Oggi, venerdì 8 ottobre, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, dalle 16 alle 19, il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Zona Sud, ha deciso di aderire al progetto Onda aprendo le porte dell’Ambulatorio per i Disturbi del Comportamento Alimentare(sede Via Romagna, padiglione E), e presentando il servizio, che con l’aumento delle richieste, è stato incrementato.