Culture

Cultura, l'assessore di Cagliari: "Io messa alla gogna ma non favorirò nessuno"

Paola-Piroddi

CAGLIARI. "È come se dovessi dire che accettiamo gli immigrati e poi voi non accettaste me, solo perché vengo da Oristano”. Questa la frase pronunciata dall'assessore comunale alla Cultura di Cagliari Paola Piroddi durante un incontro con gli operatori culturali della città, mercoledì 22 luglio alla Mem. Una riunione, che ha visto la partecipazione degli addetti ai lavori e degli esponenti della commissione consiliare competente. Qui YouTg ha riportato una breve cronaca, comprensiva del battibecco dell'assessore con Andrea Meloni di Alkestis: un articolo che è stato contestato dalla Piroddi attraverso una mail inviata alla nostra redazione a mezzanotte e quaranta della notte tra sabato e domenica. 

La Piroddi parla di "accuse di razzismo a senso inverso", riportiamo fedelmente (pur non avendo mai usato questa espressione) e di presunte accuse sul tema. Sostiene che la frase sia stata estrapolata dal contesto,  "montata diversamente ad arte, in modo tendenzioso", e prova a spiegare il perché l'abbia pronunciata: l'ho fatto perché, spiega,  "in risposta alla provocazione di persona che a me, di fatto, era del tutto sconosciuta tra le migliaia di persone incontrate in città in questi mesi. Che colpa posso avere di non conoscere un uomo che mi ha accusato in maniera provocatoria, davanti a decine di operatori, di non averlo mai visto? Ma non è anche questa una forma sottile di violenza psicologica? Come a voler dire: se non mi conosci mi faccio vivo e magari rompo pure?”. L'estratto arriva direttamente, senza manipolazioni, dalla mail che abbiamo ricevuto. Che prosegue: "La Piroddi si riferisce chiaramente alle domande proferitegli in sala, durante l’incontro con le associazioni culturali. A pensare che ci sta una o più domande provocatorie, ma - aggiunge - se intelligenti e contestualizzate, e invece in quella specifica circostanza, non solo la sola ad aver notato  che, anziché portare consigli all’assessorato o una specifica richiesta, sono stata messa ancora una volta alla gogna”. Ribadiamo: riceviamo e pubblichiamo, nella forma e nella sostanza, il pensiero così come ricevuto. 

Il suo interlocutore diventa un "cafone mascherato da agnello o chi per mettersi in mostra, dice “lei non sa chi sono io” in maniera provocatoria, cosa vorrebbe, che io dica prego si accomodi per attaccarmi?". Come sopra: punteggiatura e forma sono dell'assessore alla Cultura. 

Ma il testo della mail continua. Scrive la Piroddi che “se in un dialogo non piacciono le risposte, perché mai ci si lamenta sui giornali-amici?". Crediamo che il riferimento sia a YouTg. Forse. Ma potremmo sbagliarci.

Ancora la mail: "Ecco - conclude l’esponente della Giunta Truzzu - qui mi accusano di razzismo in senso inverso mentre ad esser stata messa sotto attacco, sono io. Del resto, però, me ne sono fatta una ragione e continuerò infatti ad amministrare senza prediligere scorciatoie o favorire nessuno. Anche i non sa chi sono io, ai quali probabilmente mancano fili diretti con un certa politica che, in precedenza, ha preferito altri modi di fare. Io sono  per il dialogo e per la trasparenza, per l’uguaglianza dei diritti e infine, per dire in faccia quel che penso. Anche a chi per me è sconosciuto, ma si dovrebbe ugualmente adeguare come tutti alle regole”. Così si conclude la mail inviata nel cuore di una notte estiva.