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CAGLIARI. Il mare è sempre più caldo, le ondate di calore si susseguono con una frequenza preoccupante e nel futuro potremmo dover assistere a fenomeni come nubifragi sempre più intensi. No, chi sostiene ancora oggi che "d'estate ha sempre fatto caldo", non dice la verità. A spiegarlo da tempo sono gli esperti di tutto il mondo che si occupano di cambiamento climatico. Ma dopo l'ondata di caldo delle ultime settimane e le temperature elevate raggiunte anche in Sardegna e a Cagliari, il tema è tornato sulla bocca di tutti, cittadini compresi, che spesso si domandano se ci sia stato davvero un incremento "anomalo" delle temperature negli ultimi anni.
A fare chiarezza in questa intervista è il luogotenente Andrea De Sario, meteorologo dell'ufficio Meteo del R.S.S.T.A. di Decimomannu, che ha analizzato i dati più esplicativi (e anche preoccupanti) che riguardano nello specifico Cagliari e la Sardegna.
È vero che il mese di giugno 2025 potrebbe essere stato il secondo più caldo di sempre dopo quello del 2003?
Purtroppo sì. Il giugno appena trascorso è quasi sovrapponibile a quello del 2003, come si può osservare confrontando i grafici delle temperature della stazione meteorologica di Cagliari Elmas (disponibili su https://weatherspark.com) relativi ai due anni.
Va ricordato che anche l’intera estate del 2003 fu eccezionale e, nella memoria collettiva, è ricordata come la prima vera ondata di caldo che colpì l’Europa. Tuttavia, storicamente, la cronologia delle ondate di calore dal 1970 a oggi è più articolata. Possiamo infatti stilare un breve elenco delle principali ondate di calore che hanno interessato le nostre aree: 1976, 1983, 1998, 2003, 2010, 2012, 2015, 2017, 2021, 2022, 2023, 2024 e 2025.
Analizzando questi dati, salta subito all’occhio come le ondate di calore siano aumentate in modo significativo a partire dal 2010, in linea con l’andamento delle temperature globali. Ma è dal 2021 che si registra un vero e proprio salto: da quell’anno, le ondate di calore si susseguono con cadenza annuale.
Per aiutare anche i più scettici — giornalisti, politici o semplici commentatori che continuano a ripetere “d’estate ha sempre fatto caldo” — possiamo osservare le immagini (disponibili su https://climatereanalyzer.org), che confrontano le temperature medie di giugno 2025 con quelle dei mesi di giugno delle decadi 1940, 1950, 1960 e 1970.
Per non lasciare nulla al caso, ho anche analizzato i dati delle stazioni meteorologiche di Cagliari Elmas, Decimomannu e Urzulei Genna Silana, (consultabili su https://valori-climatici-normali.isprambiente.it). È evidente come le medie di questo giugno siano drammaticamente superiori ai valori normali dei trentenni di riferimento. Non solo le temperature sono aumentate, ma anche il numero di giorni con valori estremi, sia massimi che minimi.
E il mare è sempre più caldo… non può essere certo una buona notizia.
No, infatti non lo è affatto. Come mostra l’immagine del bacino del Mediterraneo acquisita il 22 giugno dal satellite Sentinel-2 del servizio Copernicus (disponibile su https://copernicus.eu), le temperature superficiali del mare sono risultate notevolmente superiori alla media del periodo.
Le anomalie termiche hanno superato diffusamente i +4/+5°C, e in alcune zone hanno persino raggiunto i +7°C rispetto alle medie trentennali. Questi eventi, sempre più frequenti negli ultimi anni, sono noti come ondate di calore marine (MHW). A giugno 2025 hanno raggiunto livelli particolarmente elevati nel Mediterraneo occidentale, in particolare nel Golfo del Leone, attorno alle Baleari e nel Mare di Alborán, dove si sono toccati picchi di +7,7°C.
Anche i mari attorno alla Sardegna non sono da meno: con temperature che hanno raggiunto e superato i 27–28°C, si sono registrate anomalie di +5/+6°C rispetto alla media. Si tratta di valori che, anche ad agosto, sarebbero considerati anomali.
Queste MHW non sono solo un problema per la biodiversità: alterano l’intero equilibrio climatico del bacino. Un mare così caldo perde la sua funzione mitigatrice e diventa un serbatoio di energia per fenomeni estremi.
Quanto è plausibile che questi mesi di gran caldo peggiorino e si alternino ad altri eventi estremi come i nubifragi?
Con un Mediterraneo che continua ad accumulare calore e che ormai ha temperature superficiali simili a quelle dei mari tropicali, la sua capacità di mitigare il clima estivo viene meno. Questo favorisce il fenomeno delle notti tropicali e, durante il resto dell’anno, l’energia accumulata alimenterà masse d’aria calda e umida nei bassi strati dell’atmosfera.
Queste masse d’aria, alla prima occasione, avranno maggior possibilità di trasformarsi in sistemi convettivi violenti, dando origine a fenomeni meteorologici sempre più intensi ed estremi, come nubifragi, grandinate e trombe d’aria.