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CAGLIARI. “È molto grave che un Ministro della Repubblica intervenga su un provvedimento regionale, tra l’altro ancora in itinere, facendo rilievi in materia di edilizia, dove la Sardegna ha competenza primaria. È un fatto senza precedenti, nessun esponente del Governo nazionale ha cercato mai di interferire nella nostra storia autonomistica”. La Presidente della Regione, Alessandra Todde, e il Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Piero Comandini, così rispondono, esprimendo preoccupazione per la lettera che hanno ricevuto dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sul Salva casa, provvedimento appena licenziato dalla Commissione consiliare “Governo del territorio, pianificazione paesaggistica, edilizia”.
Il loro è un comunicato che, volutamente o meno, indica che forse lo strappo tra Movimento 5 stelle e Pd è ricucito o in fase di ricucitura, dopo la nota (poi cancellata) di ieri del Pd sardo: nella nota il Pd si distanziava dalle posizioni di Bartolazzi sugli 80enni e le cure onclogiche. Poi quelle dichiarazioni sono state smentite anche dalla Federsanità.
Le osservazioni presentate dal Ministro Salvini riguardano due questioni. La prima è quella del mancato recepimento da parte della Commissione consiliare del comma 5 bis lettera a) dell’articolo 24 del DPR 380 del 2001 e s.m.i., concernente la riduzione dei limiti di altezza dei locali che da 2,70 metri può arrivare fino al limite massimo dei 2,40 metri, al fine di consentire al progettista abilitato di asseverare la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie.
“Anziché studiare provvedimenti per cercare di arginare il caro-affitti, il rimedio che il Governo propone è quello di consentire l’abitabilità a dei veri e propri loculi in cui dovranno andare ad abitare le persone che non si possono permettere di pagare una casa degna di questo nome. Pensare che un locale di 20 metri quadri, alto 2,40 metri, possa essere equiparato a una dimora, è semplicemente una follia. Per questo la Regione e il Consiglio regionale sono intervenuti sulle norme del Salva Casa, per restituire dignità alle persone”, commenta la presidente della Regione, Alessandra Todde.
“Questo rilievo fatto dal Ministro – replica il presidente Comandini – è insussistente in quanto la Commissione consiliare, ha sostanzialmente recepito il principio, declinandolo meglio attraverso una disciplina di dettaglio più armonica al fine di consentirne la massima applicazione nei vari contesti regionali”.
La seconda osservazione di Salvini riguarda il mancato recepimento da parte della Commissione del comma 5 bis lettera b) dell’articolo 24 del Dpr 380 del 2001 e s.m.i., concernente lo standard dimensionale dell’alloggio monostanza che può arrivare fino al limite massimo dei 20 metri quadri per una persona e di 28 metri quadri per 2 persone, al fine di consentire al progettista abilitato di asseverare la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie. Secondo la nota del Ministro si tratterebbe di standard edilizi che si configurerebbero come livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti sull’intero territorio nazionale.
“Le norme, specie quelle urbanistiche, devono essere calate nei territori. E i territori italiani sono molto diversi tra loro”, spiega Todde, che poi specifica: “le nostre città, i nostri paesi, sono pieni di case inutilizzate, anche nuove, il problema del consumo di suolo con ulteriori costruzioni non si pone. Così come non è una questione di nuove tecniche costruttive per la realizzazione dei micro-appartamenti: semplicemente 20 metri quadri non possono essere definiti ‘casa’, ma una stanza dove far stare letto, cucina e servizi igienici. Per intenderci, 20 mq sono equiparabili a un posto-auto”.
“La Quarta Commissione – spiega Comandini – ha ritenuto opportuno di non recepire la disposizione. La Regione Sardegna essendo dotata di competenza primaria in materia di edilizia, è tenuta, in base allo Statuto di autonomia, al solo recepimento delle norme fondamentali delle riforme economico sociali e che in tale caso lo standard dimensionale minimo dell’alloggio monostanza non costituisce una norma fondamentale di riforma economico sociale”.
“Ringraziamo il Ministro per la lettera – concludono i due presidenti – ma solo la nostra Assemblea può modificare il provvedimento licenziato dalla Commissione in totale autonomia”.