CAGLIARI. Due mamme e un piccolo cuoricino che batte dentro il grembo di una delle due, grazie alla pma (procreazione medicalmente assistita). Azzurra, 40 anni, e Giorgia, 35, di Sestu, saranno presto mamme di Carlotta Raquel. La loro storia, nel giorno della festa della mamma, assume un significato ancora più speciale. Perché non esiste un solo modo per diventare madri.
Sposate da quasi quattro anni ma compagne da oltre nove, hanno dovuto affrontare un percorso complicato per poter vedere realizzato ciò che loro stesse chiamano il "miracolo che abbiamo atteso, sognato, cercato con ogni fibra del nostro essere".
La scelta della pma. Per Azzurra e Giorgia il percorso per diventare madri è iniziato con la pma, un viaggio "lungo, complesso, carico di speranza e paure", raccontano. "Ricorderò sempre il 2 febbraio 2024, il giorno del pick up, come uno spartiacque nella nostra vita", dice Azzurra, "Eravamo a Barcellona, in una clinica piena di storie sospese, e il cielo era grigio e piovoso. Eppure dentro di noi c’era il sole. Quel giorno, con l’emozione che ti piega lo stomaco e ti allarga il cuore, abbiamo fatto il primo passo verso di lei. Le punture, i monitoraggi, le attese nei corridoi sterili, le corse in taxi tra un’ecografia e l’altra, e poi le passeggiate leggere per le strade di una città che, senza saperlo, ci stava già cullando come madri”. “Ogni vicolo, ogni angolo di Barcellona, ci sembrava abitato dalla presenza di nostra figlia, ancora invisibile ma fortissima. Dopo il prelievo degli ovuli, il tempo si è dilatato”, ricorda, “Abbiamo aspettato, sperato, temuto. E poi, una voce al telefono: “Tre embrioni. Tre blastocisti perfette”. Una delle tre era lei. Carlotta Raquel. Forte, tenace, bellissima fin dal primo giorno".
Barcellona e il transfer. A settembre è arrivato il momento del transfer, ossia il trasferimento degli embrioni nell'utero. "Una data che ci era sembrata un segno", racconta Azzurra, che oggi porta nel suo grembo la piccola Carlotta Raquel, "il 25 settembre 2024, giornata internazionale dei sogni. Ma il destino, prima di concederci la realizzazione del nostro sogno, ci ha chiesto un ultimo atto di fede. Il 24 settembre, con il cuore impaziente e le valigie pronte, ci è stato comunicato che tutti i voli per Barcellona erano stati annullati per sciopero. Ci siamo guardate in silenzio, strette in uno di quegli abbracci che contengono più forza di mille parole. E poi abbiamo deciso che nulla ci avrebbe fermato. Abbiamo comprato nuovi voli, cambiato itinerario, e siamo partite per Roma. Quella notte l’abbiamo trascorsa in aeroporto. Era la prima volta per entrambe. È stata un esperienza emotivamente speciale senza dormire, abbracciate e felici, con la testa vicina a parlare e il cuore proiettato verso l’alba. All’alba, finalmente, il volo per Barcellona".
"Quella città", confessa Azzurra, "ci ha riaccolte come se ci stesse aspettando. Il transfer è avvenuto in silenzio, con una delicatezza solenne. In quella sala operatoria, mentre la nostra blastocisti perfetta veniva trasferita dentro di me, ho sentito che il tempo si fermava. Era un rito, un passaggio, una preghiera. Dentro di me entrava la vita. Entrava nostra figlia".
In tre. "Portare Carlotta nel mio ventre è un privilegio, un dono che sfugge a ogni definizione. È come se fossimo sempre in tre: io, lei, e Giorgia. Giorgia è la mia colonna, la mamma cuore, quella che ogni sera si china sul pancione e parla a Carlotta con la dolcezza che solo l’amore vero conosce. Vederle insieme, una che cresce dentro e l’altra che cresce accanto, è il più grande incanto della mia vita", sono le parole piene d'amore di Azzurra.
Adozione. Le due, dopo la nascita della piccola prevista tra un mese, dovranno ricorrere alla stepchild adoption - che consente al partner di un genitore di "adottare" il figlio biologico o adottivo dell'altro - "perché entrambe vogliamo essere madri a pieno titolo", spiegano.
La normativa italiana negli ultimi anni ha esteso la possibilità di adozione del figlio del coniuge anche alle coppie dello stesso sesso registrate come unioni civili. Il percorso rimane però molto complesso e soggetto a interpretazioni giuridiche a volte stringenti.
"Questo non ci rende orgogliose del nostro paese perché la verità è che madri lo siamo già: in ogni gesto, in ogni carezza, in ogni notte passata a immaginarla".
"Sembra assurdo pensarmi mamma single per il mio Stato", riflette Azzurra. "La nostra famiglia è nata da una scelta, da un atto di fiducia. Non esiste un solo modo per diventare madre, ma il nostro è stato pieno di significati, di sfide vinte, di notti sveglie a scrivere lettere che un giorno leggerà. Abbiamo vissuto ogni emozione come se fosse l’ultima, ogni piccolo passo come una vittoria".
"Essere due mamme in un mondo che spesso ancora fatica a capire è un atto di resistenza, ma anche di gioia. Per la Festa della Mamma, celebriamo non solo la maternità, ma anche il coraggio di amare, di sognare, di lottare per una vita che non esisteva ancora, e che ora non vediamo l’ora di stringere al petto".