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Scienza e tecnologia

"DoomsDay Clock": a che ora è la fine del mondo?


Doomsday Clock 100 seconds

"It's the end of the world as we know it" cantavano i REM nel 1987, in una loro famosissima song.

A che ora è la fine del mondo? Se lo chiedeva qualche anno dopo anche il nostro Luciano Ligabue nella sua altrettanto nota cover della stesso brano

Dovrebbe potercelo dire il “DoomsDay Clock” ovvero "l’orologio dell’apocalisse". Le sue lancette misurano infatti, in modo simbolico, il tempo che separa l’umanità dalla sua imminente mezzanotte, coincidente con una apocalisse in grado di decretare la fine della nostra civiltà.

Questo inquietante orologio, il cui conto alla rovescia è attivo da oltre 72 anni, viene curato dagli scienziati del comitato scientifico del Bulletin of the Atomic Scientists  che nel 1947, poco tempo dopo le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, al sorgere  della guerra fredda fra le due superpotenze americana e sovietica e nella paura di  un imminente conflitto  nucleare, decisero di creare un orologio in grado di scandire il tempo che ci separa dall’estinzione della razza umana. L'opera venne commissionata all’artista americana Martyl Langsdorf, scomparsa nel 2013, che creò la prima copertina del “Bulletin”, la loro rivista accademica dedicata alla sicurezza globale e alla tecnologia. 

Da allora questo orologio sposta le proprie lancette in avanti o all'indietro, con una cadenza annuale,  in base all’evolversi della situazione geopolitica ed ecologica del nostro pianeta. Esso tiene anche conto di grandi e piccoli avvenimenti della storia in grado di allontanarci  o avvicinarci alla fine.  Uno di questi avvenimenti, ritenuto il migliore della storia recente, è stato registrato nel 1991. In quell'anno, dopo la caduta del Muro di Berlino e grazie alla “distensione” causata dalla fine della guerra fredda, le lancette vennero riportate molto indietro rispetto alla mezzanotte: alle ore 11 e 43 minuti. 

Il 25 gennaio  di  quest'anno sono state invece spostate  in avanti fino a segnare le 11:58'20".  Nel 2019 segnavano le ore 11, 57 minuti e 30 secondi.

 

 Video: la conferenza stampa degli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists 

Questo significa che mancherebbero soltanto 100 secondi alla fine dell’umanità. La causa, secondo gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists, è da ricercarsi nell’escalation  di tensione tra gli Stati Uniti guidati da Donald Trump e la Corea del Nord, unita ai recenti avvenimenti in Iran e in Medio Oriente. La situazione dei rapporti USA con questi altri paesi ha fatto intuire, nel corso dell’anno appena terminato, come sia possibile prevedere un rapido ritorno alle stesse logiche politiche che hanno favorito la  proliferazione degli armamenti nucleari.

A questi pericolosi  deja-vù  del nostro recente passato si aggiungono poi altre scelte scriteriate  come l’assurdo dietrofront statunitense rispetto alle politiche di contenimento dei cambiamenti climatici.  Le decisioni dell’amministrazione  Trump (ancora lui purtroppo) hanno portato all’uscita degli Stati Uniti dalla XXI Conferenza di Parigi sul clima, che rinnegano quanto concordato attraverso la UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) ovvero la  Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.   Questo importante trattato internazionale non soltanto riconosce l’esistenza dei repentini e pericolosi cambiamenti climatici dovuti all’azione umana ma cerca di porvi rimedio con una “stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera a livelli che prevengano un’interferenza pericolosa, di origine umana, con il sistema climatico terrestre”.  

Non pago di queste sue scelte folli, in grado di condannare l’intero occidente a causa del mancato rispetto dei patti da parte di uno dei paesi evoluti che maggiormente inquina nel mondo, il presidente americano continua imperterrito a rilasciare le sue dichiarazioni, twittate con arroganza sulla rete, che sembrano negare qualsiasi evidenza scientifica.

"Ecco perché spostiamo drasticamente in avanti le lancette del nostro orologio: abbiamo deciso di portarle avanti  perché il mondo, oggi, non solo è più in pericolo di quanto non fosse lo scorso anno. È molto più in pericolo di quanto non fosse durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale.” spiegano Lawrence Krauss e Robert Rossner,  i due scienziati del  Bulletin of the Atomic Scientists, in una recente intervista sul Washington Post.   

Quindi, se anche voi come Trump  pensaste con superficialità che la situazione non sia seria e ci si possa addirittura scherzare sopra sappiate che,  dal punto di vista degli scienziati che gestiscono questo strano orologio in grado di segnare la fine del mondo imminente,  la situazione non soltanto è abbastanza seria ma prefigura ulteriori e gravi sviluppi.

Come  se si fosse tornati improvvisamente al  1953, uno degli anni più bui della guerra fredda. Anno nel quale Stati Uniti e Unione Sovietica testarono per la prima volta le loro bombe a idrogeno. Durante questi ultimi 72  anni di storia dell’umanità solo in quell'anno successe quello che accade oggi.  Solo nel 1953 le lancette del DoomsDay Clock segnarono le 11 e 58.  Appena un centinaio di secondi prima della mezzanotte. 

 

Video: i primi test sovietici delle bombe all'idrogeno durante il 1953

 

 

Arnaldo Pontis
27 Gennaio 2020

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