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CAGLIARI. "È difficile scrivere un comunicato d'addio, almeno quanto è difficile resistere alle intemperie di un'occupazione durata quasi 11 anni. È difficile mettere la parola fine rispetto all'esperienza politica antagonista più longeva della nostra città. È difficile lasciare alle parole quello che i nostri occhi hanno visto, quello che le nostre mani hanno toccato, quello che le nostre orecchie hanno ascoltato in questi lunghi anni di militanza nello spazio".
Così si apre il lungo comunicato che annuncia la fine de "Sa Domu". O almeno la fine di questa specifica forma de "Sa Domu", visto che il collettivo auspica in realtà una continuazione della sua storia. Le motivazioni, stando a quanto viene fatto sapere dai diretti interessati, l'Assemblea gestionale dello spazio occupato Sa Domu, non sono "diatribe interne" o minacce, "nè perchè il quartiere non ci vuole più" o "perchè abbiamo paure del clima politico repressivo che si respira da tempo". In realtà si tratterebbe di "problemi strutturali" a cui non si può più "sopperire". E quindi, dunque, viene meno anche la sicurezza che non può più essere garantita per le "persone che attraversano lo spazio di via Lamarmora 126".
I MOTIVI
Da Sa Domu raccontano: "Nonostante mesi di ispezioni, rilievi e consulti con strutturisti, architetti ed ingegneri, abbiamo constatato che non siamo in grado di venire a capo della situazione creatasi, non ci sentiamo di fare forzature se non l'ultimo gesto di abbandonare lo spazio che ci ha ospitato per tutti questi anni". E ancora: "Lo facciamo senza mai aver preso in considerazione di collaborare con istituzioni e affini, né di creare ridicole alleanze a discapito del movimento cagliaritano e delle nuove generazioni che stanno conquistando sempre più protagonismo per le strade di Cagliari. Una mentalità che, peraltro, ha contraddistinto la nostra azione dal primo giorno di occupazione".
LA STORIA
Sempre dall'assemblea gestionale ripercorrono, in questo comunicato d'addio, la storia dell'occupazione: "Dal 12 dicembre 2014 ci siamo presi cura in ogni modo di un edificio in stato di completo abbandono che, fino a quel momento, era gestito dalla provincia di Cagliari (ora città metropolitana). Con il nostro lavoro, i benefit, tantissimo aiuto da tutte le compagne, i compagni, solidali del capoluogo e non solo, abbiamo messo in sicurezza, ricostruito gli impianti nodali di funzionamento e riattivato lo spazio in tutto il suo splendore, regalando alla città le stagioni politiche più intense e belle delle ultime decadi. Nell'ultimo anno siamo felici abbiano preso piede assemblee, manifestazioni, allenamenti nella palestra popolare, l'inizio del percorso della saletta musicale, nuovi collettivi sono nati e hanno preso sede nello spazio".
LA CHIUSURA
"L'assemblea di gestione dello spazio di via Lamarmora 126 dichiara chiusa l'esperienza politica di Sa Domu. Tutto ciò che da oggi in poi dovesse succedere all'interno e all'esterno dello spazio non deve essere riconducibile a Sa Domu e alla sua storia. Con onestà e umiltà, mettiamo la struttura in mano alla collettività, a chi vorrà prendersene cura, decliniamo qualsiasi responsabilità su chi, cosa e come gestirà queste care, vecchie, 4 mura", concludono da Sa Domu. "Vorremmo che il nome di Sa Domu venga relegato alla storia, e non venga associato o utilizzato da qualsivoglia gruppo o individualità. Non ci sarà alcuna entità che potrà rispondere a nome nostro su questo comunicato o mettere bocca su un pezzo di vita cagliaritana, del movimento tutto, che non verrà mai dimenticato. Abbiamo già visto all'orizzonte gli sciacalli e le iene pronte a mangiare sul lauto banchetto che abbiamo lasciato, quelle con cravatta e borsello pieno, pronte a speculare su uno spazio enorme, al centro della nostra città. A loro e chi li aiuta auguriamo il peggio"