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ARZACHENA. "Emanuele non è la persona che viene dipinta, è una persona, buona, generosa e altruista. Ha avuto paura per la propria vita e a un certo punto ha dovuto decidere se vivere o morire". Così Mario Ragnedda, il padre del reo confesso dell'omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa a colpi di pistola e trovata morta dopo giorni a Conca Entosa, nella tenuta del suo assassino. Il genitore del killer ha rilasciato una lunga intervista a "La Vita in diretta": "Non voglio assolvere mio figlio, dovrà avere una giusta pena. Io sono vicino al dolore della famiglia. Ma Emanuele non è la persona che viene dipinta, è una persona, buona, generosa e altruista".
E ricostruisce quello che avrebbe confessato il figlio: "Una notte una ragazza gli ha chiesto un passaggio, ragazza che probabilmente aveva problemi nel senso che aveva bevuto ecc, gli ha dato un passaggio, lui gliel'ha dato e dopo è venuto a sapere che lei non sapeva dove dormire. Quello che è accaduto lo sappiamo già: lui afferma, e io devo credergli, che lui è stato aggredito e ha avuto paura per la propria vita e a un certo punto ha dovuto decidere se vivere o morire, e così è andata".
Diversa invece la reazione della madre di Ragnedda, che qualche giorno fa aveva detto: “Mio figlio deve pagare, merita l’inferno”.