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CAGLIARI. “Con un programma di interventi mirati volti al miglioramento del dato occupazionale della nostra Regione, sin da inizio legislatura, abbiamo voluto scommettere su alcune misure che, oggi, alla luce dei più recenti dati sul mercato del lavoro, stanno certificando la loro efficacia e bontà: penso innanzitutto agli incentivi volti al rafforzamento dell’occupabilità dei soggetti fragili, come i disoccupati di lungo periodo, gli over 50 e i working poor. Una misura alla quale abbiamo destinato 40 milioni di euro, e che ha avuto un notevole successo, dal momento che l’intera somma è stata prenotata in pochi giorni, con 1.635 richieste da parte delle aziende, di cui 1.075 confermate tramite l’assunzione dei lavoratori”.
Così l’assessora del Lavoro Desirè Manca commenta i dati contenuti nel rendiconto sociale regionale elaborati da Inps, stando ai quali, nel 2024, la Sardegna ha registrato segnali significativi di miglioramento nel mercato del lavoro: nella nostra Regione si assiste ad un aumento del tasso di occupazione a fronte di un calo sia del tasso di disoccupazione sia del tasso di inattività: il tasso di occupazione è passato dal 56,1 al 57,7 mentre il tasso di disoccupazione è dal 10.1 del 2023 diminuito, fino all’ 8,3 del 2024, mentre il tasso di inattività è passato da 37.5 a 36.9.
“Una fotografia che ci conforta e allo stesso tempo ci incoraggia a proseguire il percorso che abbiamo tracciato. Con l’obiettivo di aumentare le prospettive occupazionali – sottolinea l’assessora del Lavoro - e di combattere il fenomeno del mismatch, riuscendo a colmare l’attuale divario tra la richiesta del mercato, che fatica a reperire operai specializzati. Per il futuro puntiamo inoltre, sulla misura Filo (Filiere Innovazione Lavoro Occupazione) Sardegna, uno strumento innovativo di collegamento tra domanda di lavoro e offerta formativa”.
“Abbiamo, inoltre, già portato in Giunta una delibera che punta a scardinare vecchi modelli anacronistici per quanto concerne la formazione, che ci consentirà di attivare percorsi formativi in linea con le richieste del mercato. Un passaggio indispensabile, da attuarsi tramite l’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (Aspal), per costruire un sistema territoriale integrato, capace di rispondere in modo efficace ai bisogni formativi delle persone e alle esigenze di sviluppo del tessuto produttivo regionale”.
“Prosegue purtroppo il trend negativo per quanto riguarda il calo della popolazione nell’isola, con un saldo negativo di meno 11.592. E anche per quanto riguarda la retribuzione - 86,4 euro medi giornalieri per i maschi, inferiore alla media nazionale di 107,5 euro e 65,8 per le femmine, inferiore a quella nazionale di 79, 8 euro – siamo convinti che l’introduzione del salario minimo sia la strada da perseguire per garantire una migliore qualità della vita a tutti i cittadini”.