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CAGLIARI. "Sto leggendo dei commenti veramente assurdi, neanche da medioevo ed impiccagioni di folla. Il colpevole deve essere certamente punito, ma deve essere difeso, è un diritto irrinunciabile che lo stato democratico assicura". Così Gianfranco Piscitelli commenta, sui social, la pioggia di commenti negativi indirizzati ai difensiori di Igor Sollai. Oggi, in Corte d'Assise a Cagliari è andata in scena la seconda udienza di discussione del caso di femminicidio di Francesca Deidda ed era proprio il turno della difesa, con gli avvocati Carlo Demurtas e, precedentemente con Laura Pirarba, e delle parti civili (tra cui lo stesso Piscitelli che è il rappresentante legale del fratello della vittima, Andrea Deidda).
A scatenare gli animi la richiesta (quella con la quale abbiamo titolato l'ultimo articolo) degli avvocati difensori alla corte di non riconoscere le aggravanti. Richiesta, ovviamente, osteggiata dagli avvocati delle parti civili, sostenendo invece le tesi del Pm, che vorrebbe ergastolo e un anno di isolamento diurno (QUI LA NOTIZIA)
Ma nonostante in tribunale gli avvocati si trovino su parti contrapposte, Piscitelli ha deciso di prendere le difese dei colleghi insultati nella vita privata.
"Fatevene una ragione, non serve sfogarvi sui social", scrive l'avvocato di Andrea Deidda, rivolgendosi a chi ha commentato così aspramente sui social, "i processi, anche al peggiore degli assassini, sono questi, non è augurando cose brutte al suo difensore, che Francesca può risuscitare. Io sono il difensore del fratello ma non posso mentirvi sulle disposizioni di legge e le procedure o associarmi a sfoghi e linciaggi mediatici, quindi finitela, attendete la sentenza che la Giustizia degli uomini emetterà. Tutto il resto sfogatelo pregando per Francesca con la convinzione che, al di sopra della Giustizia dei Tribunali esiste sempre una Giustizia Divina che non è appellabile".
Dopo questo commento, contattato da Youtg, Piscitelli aggiunge: "Il fatto che difendo le parti civili e, giocoforza sposo la tesi accusatoria della Procura, non significa che debba condividere o avvalorare i linciaggi mediatici davvero inconcepibile in uno Stato che si vanta di essere Democratico. Io sono notoriamente contro ogni forma di violenza, non solo quella contro le donne e ciò che si evince da certi commenti è violenza a tutti gli effetti. Qualsiasi sentimento di condanna per certi efferati delitti non può essere spunto per sfogare la violenza repressa ed inconscia da dietro una tastiera. È lo stesso di coloro che utilizzano lo sport per liberare i freni inibitori e far emergere frustrazioni e violenze represse. Così facendo, ci si mette al pari del reo e non significa più chiedere ed esercitare Giustizia bensì rispondere ad una forma di Violenza con un'altra forma di Violenza. Questo è proorio ciò che intendo io quando parlo del "Virus violenza" dilagante che oramai è una pandemia".