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ORISTANO. È una sentenza che segna un precedente rilevante quella pronunciata dal Tribunale civile di Oristano che ha condannato una Rsa di Milis alla restituzione di quasi 80mila euro al figlio di un ospite della struttura per le rette indebitamente pagate dal 2006 al 2009. La paziente infatti era malata di Alzheimer e invalida al 100% e i costi delle sue rette sarebbero dovute essere sostenute integralmente dal servizio sanitario nazionale.
A fare causa alla Rsa oristanese il figlio della donna, rappresentato dal legale avv. Gabriele Melis. L’avvocato, nel corso del procedimento, ha prodotto una corposa documentazione sanitaria per descrivere il quadro clinico complesso della paziente e testimoniare che, nelle sue circostanze, tutta la quota della retta sarebbe dovuta essere a carico del ssn in virtù del fatto che la componente sanitaria fosse prevalente rispetto alla componente alberghiera della retta.
Per quegli anni l’uomo, prima in qualità di tutore e poi di erede, aveva pagato oltre 130mila euro per la degenza della donna, fino alla sua morte.
La paziente, all'interno della struttura, aveva la necessità di un continuo monitoraggio e frequente assistenza infermieristica anche per le medicazioni: era affetta dalla malattia di Alzheimer in stadio molto grave.
Un caso che rappresenta un precedente importante in tutta Italia per i familiari di pazienti con gravi malattie (in particolare Alzheimer) ricoverati in strutture sanitarie. La sentenza ha deciso quindi che i costi della dell’assistenza, anche quando svolte nelle Rsa, devono essere gratuite ed integralmente a carico del servizio sanitario pubblico per il cittadino in tutti i casi in cui le prestazioni socio-assistenziali risultano essere strumentali alle prestazioni sanitarie rese.
Il Tribunale ha inoltre dichiarato nullo "l'impegno al pagamento" (quindi il contratto) che le Rsa fanno firmare ai parenti tutori per impegnarsi a pagare la retta.
La Rsa di Milis è stata anche condannata a pagare le spese legali del figlio della paziente, per un totale di oltre 10mila euro oltre accessori di legge.