CAGLIARI. Tutto sbagliato, tutto da rifare. A 14 anni dalla chiusura per inagibilità, non partiranno nemmeno questa volta i lavori per la riapertura del silos di parcheggi di via Caprera, con i suoi 282 posti auto che sarebbero la manna in una zona dove di parcheggi si ha bisogno come dell'aria. Il problema, questa volta? Il progetto era sbagliato. E dopo l'aggiudicazione dell'appalto il Comune è stato costretto tornare indietro e dovrà pure risarcire la società che aveva vinto la gara.
A percorrere a ritroso le cronache su quello spazio incastonato tra i palazzi, tra via Mameli e viale Trieste, Stampace Basso, si trovano una decina di annunci su una imminente svolta. Prima era della Regione, che si è aggrovigliata. Da aprile del 2017 il silos bollente è passato nelle mani del Comune, a dicembre dello stesso anno il Municipio è diventato soggetto attuatore della riqualificazione, con un budget di 600mila euro.
Nel 2018 la decisione che avrebbe dovuto costituire la svolta: è stata indetta la procedura negoziata con 15 imprese che si sono offerte di eseguire i lavori. L'ha spuntata, nel 2019, la Ely Sistemi Project srl, che ha presentato un ribasso del 25% corrispondente all’importo contrattuale di circa 334mila euro.
Tutto risolto? No. Perché a giugno, si legge sulle carte ufficiali, “il direttore dei lavori, in esito ai sopralluoghi effettuati e all’esame del progetto posto a base di gara, ha comunicato di non poter procedere con la cantierabilità delle opere”. Insomma: il progetto sul quale ci si era basati per presentare l'offerta era sbagliato.
Il Comune ha proposto alla stessa società di rimodulare la proposta, alla luce delle novità emerse dal sopralluogo. La Ely sistemi lo ha fatto, ma il nuovo importo dei lavori sforava le soglie che avrebbero permesso di affidarli senza passare da una nuova gara. Risultato: contratto rescisso e risarcimento da pagare alla ditta. Intanto, 282 automobilisti ogni giorno dovranno continuare a cercare un posto libero per lasciare il veicolo. Come succede da 14 anni.
