TORINO. "Tiranni sabaudi". Una definizione, quella affibbiata da Francesco Casula ai regnanti di casa Savoia nel titolo del suo libro su Carlo Felice e compagnia, che non è piaciuta al Museo del Risorgimento di Torino dove, in teoria, doveva essere presentato il 28 aprile, in occasione di Sa Die de sa Sardigna. A presentare richiesta degli spazi era stato Enzo Cugusi, per l'associazione di sardi emigrati Antonio Gramsci: "“Ciò che ci ha fatto restar male è una richiesta informale di ritoccare il titolo dell’appuntamento perché poteva urtare qualche sensibilità”, racconta il diretto interessato.
Stando a quanto riporta Repubblica, edizione piemontese, il direttore del Museo del Risorgimento, Ferruccio Martinotti nega. “Sono innocente – scherza – e sottoporrò al consiglio del Museo la proposta dell’associazione il 26 aprile e se sarà approvata daremo disponibilità della sala prossimamente”.
Solo che nel frattempo l'associazione si è organizzata diversamente. E lo fa sapere l'autore del testo con il titolo incriminato, che racconta le "nefandezze" dei Savoia in Sardegna, tanto che si chiede la rimozione della statua del re sabaudo da piazza Yenne.
"La richiesta", spiega Casula, "era stata presentata un mese fa. Avrebbero avuto tutto il tempo per decidere. Ai neosabaudi torinesi fa paura la stessa parola “tiranni sabaudi”", continua lo studioso, "Ma non si preoccupino: la sentiranno forte e decisa. Perché il libro, a Torino, alla faccia della loro censura, lo presenteremo ugualmente. E invitiamo Sardi, Torinesi e Piemontesi e Italiani a partecipare numerosi".