SEDILO. Da banditore di agnelli in un'asta tradizionale a imputato in un processo partito da una denuncia animalista. La storia di Angelo Porcu è raccontata su La Nuova Sardegna in edicola oggi.
È il 16 gennaio del 2018, a Sedilo, giorno dell'accensione dei fuochi di Sant'Antonio. In piazza si vendono al miglior offerente molti prodotti, tra i quali animali vivi. In un video si vede Porcu che tiene un agnello, con le zampe legate. Una scena (ordinaria) che ha inorridito i membri dell'associazione Animalisti italiani, che non si sono limitati a una denuncia social ma hanno portato la vicenda in tribunale. L'accusa: maltrattamento di animali.
L'esposto ha fatto il suo corso. Era arrivato un decreto penale di condanna, al quale Porcu si era opposto. E in questi giorni si è aperto il processo, che lo vede imputato. Al suo fianco si sono schierati anche il sindaco di Sedilo e il parroco. Perché quell'asta era benefica e l'incasso sarebbe stato devoluto alla chiesa del paese. Come si è sempre fatto. Ma nel nuovo millennio ci sono i video, l'odio social e le catene di indignazione. Che a volte escono dalla rete e finiscono in tribunale. Proprio a ridosso della Pasqua quando in Sardegna l'agnello diventa davvero sacrificale, come piatto tradizionale.