CAGLIARI. La buona notizia è che il virus in Sardegna circola sempre meno: l'incidenza dei contagi (che indica il numero di nuovi positivi su 100mila abitanti nell'arco di 7 giorni) è passata da 861 - due settimane fa - a 745. Un calo consistente che riporta l'Isola al di sotto della media nazionale, dopo il boom fatto registrare dalla Omicron e dall'introduzione del nuovo metodo di conteggio dei positivi anche con il tampone antigenico.
Posto che comunque ormai tanti si sottopongono al test fai da te e non comunicano l'esito al sistema sanitario nazionale, anche se si mettono in isolamento volontario e responsabile, è un altro il dato anomalo che emerge dall'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di Sanità, che arriva ogni venerdì: in Sardegna si registra il tasso più alto d'Italia per occupazione di posti letto in terapia intensiva da parte di malati di Covid. E di gran lunga.
Il dato si attesta al 12,3%: unica regione in doppia cifra, con una percentuale più che doppia rispetto alla media nazionale. La Calabria, seconda regione peggiore d'Italia in questa poco invidiabile classifica, si ferma al 9,5%, quasi tre punti in meno.
Diverso l'andamento dei ricoveri in area medica: questi reparti si stanno svuotando e l'Isola è al 19,4%. Sopra la media nazionale (15,5%) ma comunque in calo e ben lontano da percentuali come quella dell'Umbria, al 41,2%.
Su questo ultimo indicatore: è ormai acclarato che vengono considerati pazienti Covid anche coloro che, in ospedale per altri motivi, risultano positivi al tampone. Ma non sono malati per il virus. Potrebbero essere anche totalmente asintomatici. Succede in tutta Italia, però. Non solo in Sardegna. E le proporzioni sono ancora valide.