ROMA. Il discorso fatto da Roberto Benigni sul palco di Venezia dedicato alla moglie? Per Michela Murgia mostrava una "storiella perfetta", in cui una donna viene ringraziata per aver fatto raggiungere a un uomo traguardi che a lei sono negati". Così scrive in un articolo su l'Espresso commentando le parole di ringraziamento usate da Benigni al momento della consegna del Leone d'oro alla carriera. La Murgia parla del punto di vista della "rappresentazione pubblica del rapporto uomo-donna", con "le parole dell'attore", scrive, "che riproducono un cliché secolare, quello della grande donna dietro al grande uomo, dove la parola che fa scattare il meccanismo tossico non è 'grande', ma 'dietro'", al netto dell'entusiasmo coniugale di Roberto Benigni, della cui genuinità nessun dubita".
E ancora: "Benigni, certamente in buona fede, ai microfoni veneziani ha evocato alla perfezione. Il primo di questi dispositivi retorici si può sintetizzare nella frase 'devo tutto a te'. Racconta il genio femminile, o - per dirla con le parole di Benigni nel suo discorso - l'enigma della femminilità, che vuole che le donne siano creature che 'hanno qualcosa che noi uomini non comprendiamo, un mistero senza fine'. Il pregiudizio che le donne siano esseri alieni che procedono per vie incomprensibili, oltre ad apparentare gli uomini alla semplicità degli organismi unicellulari che evidentemente non sono, le porta in un empireo dove esse possono solo ispirare, mai agire".