HONDURAS. Gli agenti della polizia nazionale erano lì, forse 50, mentre una folla inferocita di 600 persone linciava Giorgio Scanu, sardo nato a Donigala Fenughedu, 66 anni, partito da Santa Giusta e emigrato in Honduras: qui è stato brutalmente massacrato con machete, pietre e bastoni nella sua casa. Ritenuto colpevole, dalla massa, dell'omicidio, il giorno prima, di un senzatetto del piccolo paese a 80 chilometri dalla capitale Tegucigalpa.

Hanno assaltato la sua casa e i video pubblicati da testate locali, drammaticamente senza alcuna censura, mostrano Scanu che si nasconde sotto un barbecue, viene bersagliato con delle pietre. finisce a terra, ha delle profonde ferite sulle gambe. Uno degli aggressori gli scaglia un masso sulla testa. Immagini che fanno orrore.
E lì accanto si vede un agente. Uno dei tanti intervenuti che, all'interno della casa, non hanno fatto niente per salvare Scanu. Stando a quanto ricostruito, la polizia ha bloccato parte della folla all'esterno della casa ma all'interno non c'è stato alcun intervento. "Un comportamento negligente, non hanno fatto quanto stabilito nei protocolli": parole rilasciate a El Heraldo dal procuratore Marvin Zelaya, che segue le indagini sul terribile delitto. Fonti locali riportano la notizia dell'arresto di cinque partecipanti al linciaggio, per altri quattro sarebbe stato spiccato un mandato di cattura.
Scanu era andato via dalla Sardegna da molti anni. In Hoinduras si era risposato e aveva avuto un figlio. Aveva intenzione di aprire un ristorante.