SANT'ANTIOCO. Sono scattate le manette a Sant'Antioco per alcuni pescatori del posto, al termine dell'inchiesta Isola Rossa. Tra questi un uomo che aveva assoldato alle sue dipendente alcune giovani donne sulcitane per farle prostituire.
Le indagini sono partite però dall'episodio di un attentato con un ordigno esplosivo che aveva colpito la casa di un disoccupato di Sant'Antioco, a dicembre dello scorso anno. Dopo una lunga indagine i carabinieri hanno accertato che nel centro abitato di Sant’Antioco erano in corso una serie di azioni violente (consumate, tentate e/o in fase di programmazione) messe in atto per i mancati pagamenti di alcune forniture di droga.
Gian Manuel Pau, pescatore 30enne del posto, era, secondo gli investigatori, il mandante dell'attentato, che fortunatamente causò solo danni strutturali. Responsabile anche di estorsioni e spaccio di sostanze stupefacenti principalmente cocaina, si sarebbe servito di un complice per far esplodere un ordigno davanti alla porta di casa della sua vittima, proprio per un mancato pagamento di una partita di droga.
Ma non solo. Grazie agli accertamenti, i carabinieri sono riusciti anche a individuare C.A., pescatore 50enne di Sant’Antioco, dedito al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: l’uomo ha assoldato alle sue dipendenze alcune giovani donne del Sulcis Iglesiente per la vendita del loro corpo a persone del luogo e non, in cambio di svariate somme di denaro.
Le indagini sono quindi proseguite anche su altri fronti ed hanno consentito di scoprire gli esecutori dell’incendio di un’auto di un meccanico di Sant’Antioco, vittima designata di un gruppo di persone, tutte di Sant’Antioco che si sono vendicate di un precedente “torto” subito. Nei guai sono finiti S.L. disoccupato 21enne, C.F. pescatore 30nne e una donna V.V. disoccupata 40enne.