CAGLIARI. La malaria del passato ha difeso dal Covid la Sardegna di oggi. Questa la tesi del team di Computational and Chemistry Biology dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che con l'ospedale Molinette di Torino, l'Istituto Giannina Gaslini di Genova e il Policlinico di Palermo ha condotto uno studio su Frontiers In Medicine: l'ipotesi è che esista una correlazione inversa di alcune varianti in geni associati all'insorgenza della malaria con la diffusione del Covid-19. E gli abitanti dell'Isola, all'inizio del secolo scorso fortemente colpita dalla malattia tropicale, avrebbero sviluppato delle caratteristiche genetiche che li hanno "protetti" dal dilagare del virus.
Nella pubblicazione si legge: "Abbiamo dapprima analizzato la situazione in Italia, dove la malaria era endemica fino alla fine degli anni '50, e quindi le strategie di profilassi sono state abbandonate da diversi anni. Le regioni italiane più colpite dalla malaria sono state la Sardegna, la Sicilia e altre regioni dell'Italia meridionale, del Lazio meridionale e del delta del Po". Con una grafica "si rappresenta la percentuale di decessi per malaria nel 1910 nelle attuali province italiane. Mappiamo anche la percentuale di casi COVID-19 al 13 luglio 2020, per le stesse province e correliamo entrambi i dati". Si ottiene "una correlazione inversa abbastanza forte (Spearman ρ = -0,69, p= 5.4E-10). In effetti, la distribuzione del COVID-19 è chiara, con il Nord Italia molto più colpito del Sud Italia. Sicilia e Sardegna, insieme ad altre regioni del Sud Italia, hanno il minor numero di casi registrati, mentre la maggior parte del Nord Italia è fortemente colpita da SARS-CoV-2. È interessante notare che la percentuale di casi di COVID-19 a Ferrara e Rovigo è molto più bassa che nel resto del Nord, e queste aree erano storicamente paludose, con un'alta incidenza di malaria".