CAGLIARI. Nel consiglio comunale di Cagliari nasce un nuovo gruppo e subito il sindaco Paolo Truzzu diventa destinatario di un messaggio: la giunta che governa la città deve cambiare. Non c'è scritto proprio così nelle poche righe che notificano al presidente dell'aula, Edoardo Tocco, il battesimo di "Udc-Progetto per Cagliari", ma il senso è quello.
I componenti, innanzitutto. C'è Aurelio Lai, che nelle file del partito di Giorgio Oppi milita da tempo e sotto quel simbolo è stato eletto. Si aggiungono Marcello Piras, che si era candidato con i Riformatori, Roberta Perra (fuoriuscita dalla Lega) e Antonello Angioni, che era arrivato a palazzo Bacaredda nella lista di Sardegna 20Venti, movimento fondato dal consigliere regionale Stefano Tunis.
Gli equilibri dell'aula cambiano, quindi. E non di poco. Il Carroccio, per capire, esprime solo un consigliere comunale - Andrea Piras - e non ha più da tempo un numero minimo di consiglieri per formare un gruppo e nemmeno per esprimere un assessore. Ma accanto a Truzzu, alla Sicurezza, c'è Carlo Tack, che dovrebbe esprimere la forza di Alberto da Giussano. Angioni, invece, lascia scoperta la casella di Sardegna 20Venti ed è già stato bollato da Tunis come autore di un'azione che appartiene alle logiche della vecchia politica.
Giudici e scontri interni a parte, i quattro dell'Udc targato Oppi confermano il sostegno a Truzzu "con l’auspicio che si effettui, in tempi rapidi, una verifica politica finalizzata alla valutazione dell’attuale composizione della Giunta e dei risultati conseguiti dai singoli assessori rispetto agli obiettivi programmatici delineati dalla coalizione di governo".
La verifica deve portare al rimpasto, che viene definito come "complessivo rafforzamento dell’azione amministrativa nei diversi settori di competenza del Comune". Come? Dando una poltrona, se non due, nei banchi dell'esecutivo al nuovo soggetto, perché gli assetti d'aula sono cambiati: "Il gruppo evidenzia la centralità del Consiglio e quindi la necessità che la Giunta nel suo complesso e i singoli assessori, oltre che della fiducia del sindaco (che attribuisce e revoca le deleghe), godano del pieno sostegno dei Gruppi consiliari di maggioranza. Al riguardo è altresì evidente che l’autonomia degli organi di governo si pone quale condizione per il rispetto della volontà espressa dai cittadini col voto e, al tempo stesso, costituisce garanzia del necessario sostegno politico (che proviene dal Consiglio)".