CAGLIARI. La carta delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito unico delle scorie nucleare "doveva essere pubblicata da qualsiasi governo, di qualsiasi colore politico. Si tratta di un atto dovuto e atteso, che sana un ritardo per il quale, nell’ottobre scorso, l’Unione Europea aveva aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia". Due sottosegretari sardi, Giulio Calvisi (Difesa) e Alessandra Todde (Sviluppo economico), firmano una nota congiunta per cercare di spegnere le polemiche che hanno infiammato la Sardegna: nella notte la Sogin ha pubblicato la mappa dei siti considerati idonei per l'installazione della pattumiera nucleare italiana e l'Isola ne ha 14, tra Oristanese e provincia del Sud. Anche se, a leggere le carte, la Sardegna non è in cima alla classifica di idoneità (qui la notizia) proprio grazie al suo essere un'isola.
Calvisi e Todde cercano di allontanare le responsabilità dall'esecutivo Conte: "Lo studio", dicono, "non può essere confuso strumentalmente con la volontà o addirittura come una decisione da parte di questo Governo. La metodologia utilizzata per identificare i 67 siti potenzialmente idonei deve seguire le linee guida IAEA (International Atomic Energy Agency). Lo studio è propedeutico all’inizio di una fase di confronto e valutazione, tra stato, regioni, enti locali e popolazioni interessate che durerà 44 mesi. Solo alla fine di questa fase sarà assunta una decisione. È chiaro che il parere delle istituzioni e delle popolazioni sarà determinante per la individuazione del sito".
Il documento – proseguono Todde e Calvisi - fa comunque emergere, al di là della geologia, le criticità dell’ubicazione su un’isola (costi di logistica e rischi ambientali nel trasporto) oltre che variabili socio economiche che rendono ancor minore l’opportunità di un sito in Sardegna. "La posizione della Sardegna riguardo alla possibilità di ospitare siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi è conosciuta, almeno da questo governo, ed è sempre stata molto chiara e netta. Si tratta di una posizione unitaria della Regione Sardegna, dei Comuni, delle forze politiche di ogni orientamento, ma ancora di più del Popolo Sardo che nel 2011 si espresso in maniera plebiscitaria con oltre il 97% di no al nucleare. È importante perciò ribadire che ogni eventuale futura decisione riguardo a una questione così delicata e strategica, non potrà che essere frutto di un confronto trasparente, partecipato e chiaro tra le istituzioni, le forze del territorio, le parti sociali, il mondo produttivo".