CAGLIARI. "Il quadro complessivo della situazione in Sardegna è ancora più drammatico di quanto potessi pensare. Prendo il serio impegno a sollecitare il governo sui problemi presentati dal presidente Ugo Cappellacci a Palazzo Chigi". Febbraio 2012, presidente della Repubblica era Giorgio Napolitano, in visita a Cagliari per il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Oggi la celebrazione è cambiata, siamo all'Anno gramsciano, al Quirinale c'è Sergio Mattarella: un presidente dell Repubblica torna a Cagliari. Le vertenze sono le stesse, identiche, di cinque anni fa. Magari il successore di Cappellacci, Francesco Pigliaru, le farà presenti al Capo dello Stato.
Se ci sarà tempo: la giornata inizia all'Università, con l'inaugurazione dell'Anno accademico, poi una vista al Giganti di Mont'e Prama al Museo archeologico, un pasto "frugale" in Prefettura e via, verso Ghilarza passando per Oristano, aeroporto di Fenosu. Perché Mattarella farà in aereo gli appena 90 chilometri che separano i due centri, atterrando nell'aborto di aeroporto oristanese. Sì, Fenosu, la pista che ha visto passare solo qualche aereo, che ha inghiottito milioni di euro pubblici, che non si riesce nemmeno a privatizzare. Non si riesce a far entrare la cordata di imprese che ne ha acquistato le quote di Sogeaor (Aeronike, Distretto aerospaziale e Nurjana Technologies). Misteri della burocrazia. Ma lo scalo sarà riaperto per l'occasione, domani: in questi giorni pulizie e sfalcio dell'erba. Mentre a Cagliari si piazzano i cartelli di divieto di sosta e spariscono i cassonetti, per ragioni di sicurezza, lungo il tragitto di Mattarella. Che in serata tornerà dall'altra parte del Tirreno.
Domanda: che fine hanno fatto le promesse di Napolitano, riportate allora su tutti i giornali? Qualcuno un lustro fa era sceso in piazza per contestare. Si sapeva da molti giorni prima dello sbarco a Cagliari. Stavolta non c'è nemmeno aria di contestazioni. Almeno, nessuno ne ha annunciato.