ROMA. "Tutto surreale": così il cardinale dimissionario Angelo Becciu di Pattada bolla le notizie sullo scandalo che lo avrebbero portato davanti a Papa Francesco per abbandonare la carica (qui la ricostruzione de L'Espresso). Per lui ci sarebbe l'accusa di peculato ma, spiega Becciu in conferenza stampa, i soldi "dati alla Caritas di Ozieri sono ancora lì".
Quanto al palazzo di Londra, l'alto prelato spiega che "l'Obolo di San Pietro non è stato toccato, non è stato utilizzato. La Segreteria di Stato aveva un fondo, doveva crescere". E precisa che ieri nel colloquio di 20 minuti con il Papa "non si è parlato del palazzo di Londra". I soldi alla Caritas, invece, "arrivarono dall'Obolo ma - precisa il porporato - era un fine caritativo. È nella discrezione del Sostituto destinare delle somme che sono in un fondo particolare destinato alla Caritas. In 7-8 anni non avevo mai fatto un'opera di sostegno per la Sardegna. So che nella mia diocesi c'è un'emergenza soprattutto per la disoccupazione, per questo ho voluto destinare quei 100mila euro". Becciu spiega di non aver ricevuto nessuna comunicazione dai magistrati ma "sono qui, sono pronto a chiarire, tanto più che ora non ho più diritti da cardinale" e quindi non è necessario che il Papa a dare il nulla osta. "Non mi sento un corrotto", ha aggiunto rispondendo anche di non temere alcun arresto. La segnalazione di possibile peculato é arrivata dalla Guardia di Finanza italiana dopo la richiesta di indagine da parte dei magistrati vaticani.
"Di nessun atto di favore, tanto meno indebito o non legittimo, è mai risultata beneficiaria la Caritas diocesana di Ozieri, la quale ha sempre percepito l'erogazione di fondi da parte della Cei, della Regione Sardegna e di altri Enti cui ha reso e rende conto del proprio operato, di cui può dimostrare la regolarità e correttezza documentale e qualsiasi tempo, in particolare attestando di non aver mai impiegato un solo centesimo ai risorse per finalità diverse da quelle umanitarie e caritatevoli". Lo scrive in una lunga lettera il vescovo di Ozieri monsignor Corrado Melis, che indirizza la missiva a Becciu.
Il vescovo di Ozieri non ha mai avuto "la lontana percezione - e ciò rappresenta in termini assoluti e non controvertibili - di intenzioni o finalità indebite da parte dei propri collaboratori, quali la cooperativa Spes, alla quale, viceversa, dà atto di notevole capacità operativa e realizzazione degli scopi benefici in ausilio dell'opera prestata dalla Caritas diocesana".
Sulla vicenda raccontata dall'Espresso intervengono anche i fratelli di Beccium, tirati in ballo per le donazioni alla coop e per presunti favori su un investimento sulla produzione di una birra che, secondo il settimanale, sarebbe stata destinata solo a enti legati alla Chiesa: l'avvocato Ivano Iai definisce false e fantasiose le ricostruzioni, riservandosi eventuali iniziative a tutela dei suoi assistiti.
"Nessuna somma risulta essere mai stata erogata dall'Obolo di San Pietro, né alcun intervento non giustificato per opere diverse da quelle caritatevoli o di solidarietà è mai pervenuto alla Diocesi di Ozieri, alla Caritas diocesana e, suo tramite, alla Cooperativa Spes, onlus fiduciaria del Vescovo per le attività di natura solidale e di reinserimento lavorativo e sociale", scrive Iai. Quanto a Tonino Becciu, legale rappresentante della Cooperativa sociale Spes, "alcuna somma è mai stata erogata direttamente alla onlus da egli diretta la quale, viceversa, ha ricevuto il finanziamento dei soli progetti solidali ritenuti meritevoli di realizzazione da parte del Vescovo Corrado Melis quale presidente della Caritas diocesana". L'avvocato chiarisce che "il contributo di Euro 100.000,00, risalente al 2017 e proveniente dalla Segreteria di Stato della Città del Vaticano, non risulta essere mai stato né diretto, né percepito dalla Cooperativa Spes, ma esclusivamente dalla Caritas diocesana". E ricorda che la somma è ancora a disposizione della Caritas per realizzare la cittadella della solidarietà.
Riguardo all'altro fratello del cardinale, il prof. Mario Becciu, "il coinvolgimento in presunte elargizioni appare addirittura paradossale, non essendovi stata - spiega il legale - neppure in maniera indiretta, alcuna erogazione di somme, a nessun titolo, a beneficio della società Angel's, la quale ha invece percepito un finanziamento nella totale trasparenza dell'operazione da parte di un investitore estero la cui identità non è possibile rendere nota per ragioni di riservatezza contrattuale". L'avvocato Iai, infine, dichiara che "nessun atto di favore, tanto meno indebito o non legittimo, risultano o sono risultati essere beneficiari membri della famiglia Becciu, tra i quali il signor Francesco, chiamato semplicemente, nel corso del tempo, e grazie alla sua perizia ed esperienza professionali, ad eseguire alcuni interventi di falegnameria per conto di enti ecclesiali anche non riconducibili al cardinal Becciu".
- Redazione
- News