CAGLIARI. L'11 maggio, secondo l'ultima ordinanza del presidente della Regione Christina Solinas, in Sardegna potrebbero riaprire parrucchieri, estetisti e anche negozi di abbigliamento. Ma solo nei comuni nei quali l'indice di trasmissione del contagio (Il cosiddetto R con t) sia sotto lo 0,5. Chi certifica il dato? Dovrebbe essere compito dell'Ats. E come? Inoltre, la competenza sul via libera alle riaperture è demandata a ciascun sindaco, con possibili differenze di ripartenze tra i cari territori comunali. Questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che "Fino al 17 maggio saranno in vigore le misure contenute nell'ultimo Dpcm. Le Regioni ogni giorno ci forniranno i dati aggiornati". Quindi, se pare escludere differenziazioni locali, ha anche però aggiunto: Non ignoro le richieste di alcune Regioni e di alcune particolari categorie di anticipare l'apertura delle rispettive attività".
Il presidente dell'Anci Emiliano Deiana si dice preoccupato nel dover gestire, da primo cittadino e da rappresentante del colleghi che hanno manifestato più di una perplessità, la partita delle riaperture. Un'eventuale partenza unificata, non anticipata all'11, "evita un sacco di grattacapi: ordinanze, conflitti, rischi, calcolo di R(t), rischi di violazione delle disposizioni di violazione di ordini dell'autorità (quindi dell'articolo 452 del codice penale). Il difetto diffuso è considerare i cittadini un po' meno intelligenti di quello che, per fortuna sono".
Di ordinanza da rivedere parla il consigliere regionale dei Progressisti Francesco Agus, che concentra l'attenzione sul rilevamento dell'indice di contagio: "Si tratta di un valore difficilmente calcolabile e che necessita di una gran numero di casi analizzati. Non solo: lo stesso indice può essere ottenuto utilizzando metodi di calcolo molto diversi ed avendo risultati enormemente differenti. Il che lo rende totalmente inutilizzabile per uno scopo come quello previsto dall’ordinanza che di fatto confonde un indicatore statistico con una quantità determinabile esattamente con un apposito strumento di misura. Sarebbe come pretendere di utilizzare come parametro per la concessione di un aiuto economico l’andamento dell’inflazione o del PIL calcolato quotidianamente comune per comune. Una follia. La conclusione, senza una modifica dell’ordinanza", conclude Agus, "sarà una sola: niente R(t) calcolato su base comunale, niente ordinanza dei sindaci, niente possibilità di apertura anticipata".
Anche il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, pur "essendo soddisfatto del ruolo attribuito ai sindaci", ha però aggiunto di non volere "cadere dalla padella alla brace". E ha affermato: "L’indice di contagio non può arrivare venerdì 8 maggio, ma deve essere disponibile da mercoledì. Organizzare una città e le attività commerciali richiede tempo. L’indice di contagio del Comune non è sufficiente, serve anche quello del proprio ambito territoriale. Per noi la Città metropolitana. Perché le abitudini di vita e lavoro investono sempre più spesso più comune". Inoltre, ha concluso l'esponente di Fratelli d'Italia, "Serve avere l’evoluzione dell’indice di contagio degli ultimi 15 giorni per avere un chiaro quadro della tendenza".
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