CAGLIARI. Un'operazione immobiliare da una ventina di milioni di euro che va a sbattere contro un'uscita di sicurezza che non c'è. Nutre forti dubbi Nanni Lancioni, consigliere regionale regionale del Psd'Az, sull'acquisto da parte della Regione della nuova sede dell'Arpas, agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Dopo anni di tira e molla, trascorsi negli uffici non più a norma di via Contivecchi, attraverso una manifestazione d'interesse era stata individuata una nuova - e onerosa - collocazione per dirigenti e dipendenti: un stabile quasi nuovo in via San Paolo, all'angolo con via Posada, accanto alla sede - anche quella nuova - dell'Arst. Un complesso di proprietà della Tepor, che in cambio dovrebbe ricevere 19 milioni di euro, parte in contanti e parte attraverso la permuta di un immobile regionale.
Il servizio di YouTg sull'acquisto della sede dell'Arpas da 20 milioni di euro
La delibera per l'acquisto risale a marzo (QUI LA NOTIZIA) ma l'operazione non è ancora conclusa: si attende la stima del bene da consegnare come contropartita. Intano sorgono dubbi sulla bontà dell'affare. Li solleva Lancioni, con una interrogazione rivolta all'assessore regionale agli Enti locali Quirico Sanna. Perché pare ci sia un problema: lo stabile individuato dovrebbe avere un'uscita di sicurezza che invece non c'è. Meglio: dipende dalla concessione di un servitù di passaggio che dovrebbe arrivare dall'Arst, lì accanto.
"L’edificio oggetto d’acquisto", scrive Lancioni all'assessore, sempre sardista, "presenta delle considerevoli criticità, rilevabili anche dalla relazione di stima dell’Ufficio dell’Entrate ma che sono state ignorate dagli uffici dell’assessorato Enti Locali, Finanze e Urbanistica". I periti avevano scritto che la stima del valore era legata all'insussistenza di servitù, che invece ci sarebbero. Solo che, secondo Lancioni, chi ha deciso di acquistare non le ha prese in considerazione.
"Considerato l’ingente impegno di spesa che inciderà in modo significativo sul bilancio regionale", Lancioni chiede "nell’interesse dell’amministrazione regionale, dei lavoratori e di tutti i sardi, che alla fine dovranno pagare tale acquisto, se la scelta di compiere un investimento immobiliare di tale entità, sia suffragata da un’attenta analisi costi/benefici, tenuto conto dell’immenso patrimonio immobiliare inutilizzato della Regione".