CAGLIARI. Nessun terremoto in consiglio regionale: il Tar della Sardegna ha respinto il ricorso contro l'ammissione delle liste, compresa la Lega, alle elezioni del 24 febbraio. A firmare le contestazioni erano stati Antonio Gaia, Pierfranco Zanchetta e Marzia Cilloccu, in qualità di comuni cittadini ma soprattutto di candidati esclusi. Nel mirino c'erano "Lega Salvini Sardegna”;“Fortza Paris”; “Sardegna Civica”;“Energie per L'Italia - Sardegna”, “Noi, La Sardegna con Massimo Zedda”, “Sardegna In Comune con Massimo Zedda” e  “Futuro Comune con Massimo Zedda". In caso di accoglimento un quarto del consiglio regionale della Sardegna sarebbe andato a casa.  Sarebbero decaduti: Pierluigi Saiu; Andrea Piras, Sara Canu; Michele Pais, Annalisa Mele, Dario Giagoni, Ignazio Manca, Michele Ennas (tutti del partito della Lega Salvini Sardegna); Valerio De Giorgi (Fortza Paris); Roberto Caredda (Sardegna Civica); Laura Caddeo (Noi con Massimo Zedda); Franco Stara (Futuro Comune); Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune); Diego Loi (Noi con Massimo Zedda). I giudici amministrativi hanno sostenuto la legittimità della loro elezione. 

La legge elettorale prevede che chi vuole partecipare alla competizione elettorale non abbia bisogno di alcuna firma se ha già un rappresentante dell'aula di via Roma. Altrimenti deve prendersi la briga di trovare cinquemila sottoscrizioni che devono essere certificate per il deposito delle candidature. 

Il problema è nato quando otto nuove liste, compresa quella della Lega, hanno trovato un onorevole compiacente che, per evitare la "fatica" ai candidati, ha sottoscritto un'adesione tecnica sotto quel simbolo. Senza creare un gruppo, senza aderire davvero e senza nemmeno candidarsi sotto quei colori. Una forzatura rispetto all'apertura prevista dalla legge, che aveva preso in considerazione eventuali cambi di casacca durante la legislature. Reali però, non fittizi. Il Tar ha respinto le obiezioni: tutto legittimo. Per le motivazioni c'è da attendere.