CAGLIARI. La Sardegna è una delle cinque regioni in cui verrà sperimentato il 5g, la quinta generazione della telefonia mobile pensata per collegare oggetti e persone in un’unica grande rete. Forse però molti non conoscono i rischi. E proprio per divulgare tutti gli effetti biologici e per boicottare l’arrivo della rete nella nostra Isola, oggi l’Isde (Associazione medici per l’ambiente) e il comitato “no 5g Sardegna”, hanno organizzato il secondo incontro pubblico all’Hostel Marina dal titolo “Sperimentazione della tecnologia 5g in Sardegna e i rischi per la salute”.
“Chi attende la nuova generazione non è a conoscenza di cosa si tratti”, ha spiegato Claudia Zuncheddu, responsabile dell’Isde per Cagliari, “la tecnologia 5g non ha nulla a che fare con le precedenti 3g e 4g, sono campi elettromagnetici ad altissima frequenza mai indagati e applicati fino ad oggi, la scienza indipendente dice a chiare lettere che bisogna bloccare questa operazione per i rischi sulla salute della popolazione”. I danni sulla salute, secondo il comitato e l’associazione, non sono da sottovalutare. “Parliamo di danni tra i bambini ma non solo”, precisa la Zuncheddu, “sterilità, quindi sterilizzazione a tappeto, patologie di tipo tumorale e cardiovascolari, un problema molto grave che provoca preoccupazioni tali per cui in città del mondo che all’inizio erano favorevoli, si sono creati ribellioni, sindaci anche di città europee hanno bloccato la sperimentazione”. Ed è esattamente l’obiettivo finale del comitato in Sardegna “no 5g” e dell’Isde. “Vogliamo boicottare il 5g”.