CAGLIARI. Don Luca Pretta passa al contrattacco e chiede i danni: vuole 50 mila euro di risarcimento da parte del presidente della proloco di Gesico Caro Carta che, stando alla citazione in giudizio, lo avrebbe accusato di essere un omosessuale davanti ai carabinieri che verbalizzavano le sue dichiarazioni, davanti al vescovo e pure durante un dialogo con due gesuiti. Uscito indenne da un'inchiesta per pedofilia condotta dalla Procura di Cagliari - archiviata nel 2016 perché le accuse erano infondate - l'ex parroco di Gesico Pretta ha ripreso in mano tutte le carte del procedimento penale. E i sassolini che si toglie dalla scarpa si trasformano in atti giudiziari che finiscono dritti, con l'assistenza degli avvocati Giancarlo Santona e Carlo Follesa, nella cancelleria del tribunale civile.
Il nuovo contenzioso viene da lontano. Don Luca era parroco, Carta presidente della proloco. Mai corso buon sangue, tra i due. Poi sul prete si abbatte un'accusa pesante: pedofilia, per delle attenzioni morbose che avrebbe riservato a un giovane. L'inchiesta - finita in una bolla di sapone - è del pm Liliana Ledda. E i carabinieri raccolgono numerose testimonianze. Tra queste anche quella di Carta. Che a verbale, stando alla citazione civile, nel settembre del 2015 dice: "Ricordo di aver riferito ai gesuiti che don Pretta, unitamente a don Manca (Pascal, già condannato in, primo gradi per pedofilia, ndr) e don Pibiri ed altri erano stati sospesi dal seminario che frequentavo (?) per condotte poco ortodosse. Mentre mi limitavo a riferire loro quanto appena detto, in effetti girava voce che i tre attuali parroci erano stati sorpresi in atteggiamenti sessuali mentre frequentavano il seminario, motivo per cui erano di fatto sospesi o ricondotti a un percorso alternativo".
Stando alla ricostruzione dei legali di don Pretta Carta avrebbe fatto affermazioni di questo genere anche in altri contesti. Con un ragionamento gli avvocati sostengono che accusare tre preti di pratiche sessuali, in seminario, essendoci solo maschi, significa tacciarli di omosessualità. Una preferenza di per sé non negativa, sottolineano, che lo diventa se attribuita a dei preti, visto il loro ruolo. Da quelle dichiarazioni, stando all'atto di citazione in giudizio per diffamazione, sarebbe derivate pesantissimi danni per la reputazione e l'onorabilità di Pretta. Che anche dopo l'archiviazione dell'inchiesta è rimasto a lungo senza parrocchia. Per questo si chiede al giudice di riconoscere un cospicuo risarcimento. La bega di paese adesso si sposta in tribunale, dove Carta avrà modo di spiegare le sue ragioni e di difendersi: finora la ricostruzione dei fatti è affidata solo alle versione del prete. Intanto, però, si registrano gli strascichi di una stagione dei veleni che ha a lungo imbarazzato la curia cagliaritana.
"Mi ha accusato di essere omosessuale": il prete fa causa al presidente della proloco
- Redazione
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