CAGLIARI. Abusi edilizi sulla spiaggia del Poetto dove non te li aspetti: le opere non autorizzate erano spuntate nello stabilimento della Guardia di Finanza. E chi ha pagato la demolizione, dopo che sono stati scoperti? I soldi usati sono pubblici: fondi della Regione e della Provincia per circa 600 mila euro. Abusivi erano, tra gli altri, "camminamenti costruiti sulla spiaggia con un massetto di calcestruzzo (circa 287 metri); veranda antistante il corpo di fabbrica principale e sul lato mare costruita sulla spiaggia con vespaio in pietrame massetto in calcestruzzo e pavimentata (155 metri quadri), muri perimetrali (31 metri), fosse settiche scavate nell’arenile con all’interno liquami, tettoie, vani tecnici".
A denunciare la situazione è il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti: "In sordina, senza che nessuno avesse notizia, nella spiaggia del Poetto si è registrato l’ultimo scempio ambientale in ordine di tempo. Grazie ad una lunga e complessa indagine, ad innumerevoli accessi agli atti e all’acquisizione di copiosa documentazione probatoria, il M5s è riuscito ad accendere un faro sugli abusi edilizi realizzati in uno dei tanti stabilimenti balneari che insistono sul principale e più apprezzato litorale dell’area metropolitana cagliaritana". Quello della Guardia di Finanza. "Avuta notizia dei lavori di manutenzione straordinaria dello stabilimento balneare “Lido del Finanziere”, Cotti ha voluto verificarne l’entità e la spesa sostenuta con una serie di accessi agli atti indirizzati a diverse amministrazioni pubbliche. "La documentazione in ultimo acquisita – con non poca difficoltà – ha consentito di accertare come la Regione Sardegna avesse delegato la Provincia di Cagliari nella realizzazione dei lavori", si legge in una nota stampa, "autorizzando l’ingente finanziamento di 570.987 euro a valere sul bilancio regionale. Nel corso della progettazione preliminare, quindi, la constatazione di numerose opere abusive (vedi allegati), con l’alterazione dei luoghi rispetto a quelli rappresentati nel progetto di stabilimento balneare, autorizzato il 28 aprile 1973".
Da qui l'interrogazione parlamentare: "Fatto salvo l'operato della magistratura, sarà interessante sapere dal ministro dell'Economia e delle Finanze quali provvedimenti siano stati intrapresi nei confronti degli autori degli abusi edilizi, anche perché non si comprende come mai siano state utilizzate risorse pubbliche del bilancio regionale per gli interventi di natura manutentiva e di demolizione degli abusi edilizi, in aree peraltro sottratte al demanio regionale”.
Ma il senatore cagliaritano allarga lo sguardo all'intera spiaggia dei Centomila: "Ho chiesto anche ai ministri dell'Interno, della Difesa e dell'Ambiente, quali siano le ragioni della permanenza di queste strutture (di oltre 100.000 metri quadri complessivi), che privano tutti i semplici cittadini dell'utilizzo collettivo di un bene pubblico, tanto da apparire come privilegio anacronistico. Forse sarebbe il caso di restituire la spiaggia alla libera fruizione, liberandola da un così notevole impatto sull'arenile, che favorisce il fenomeno dell'erosione”.